La corsa alla pensione Ape sociale è iniziata, soprattutto se considerato che nel 2023 si potrà andare in pensione con i vecchi requisiti. In altre parole, l'INPS ammette le domande per la pensione Ape sociale se pervenute entro il 30 novembre 2023. D'altronde, in gioco ci sono le modifiche introdotte dal 2024, i cui margini ristringono l'accesso al beneficio. Vediamo insieme i requisiti per l'Ape sociale nel 2023 e le novità previste per il 2024.
Nella logica del governo Meloni rientrano paletti, penali e modifiche alle tre misure più utilizzare dagli italiani per ritirarsi prima dal lavoro, ovvero Ape sociale, Opzione donna e Quota 103.
Sicuramente, lo scopo dell'Esecutivo non è quello di incentivare la domanda di pensionamento anticipato. E questo è uno dei primi motivi per cui molti lettori hanno richiesto maggiori dettagli sui requisiti previsti per l'anticipo pensionistico Ape sociale, operativi fino alla fine dell'anno.
L'Ape sociale è regolamentata dall’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, che fornisce spiegazioni dettagliate sui requisiti anagrafici e contributivi. Possono richiedere l'uscita tramite l'Ape sociale i lavoratori che hanno raggiungo 63 anni di età e almeno 30 anni di contributi, a patto che soddisfino i criteri normativi.
Sono ammessi al beneficio i lavoratori iscritti presso l’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti, le forme sostitutive ed esclusive della stessa, le gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla Gestione Separata.
Attualmente, e comunque fino al 31 dicembre 2023, l'accesso all'anticipo pensionistico è riservato ai lavoratori che rientrano in una delle categorie di tutela di seguito elencate, tra cui:
È importante notare, che fino alla fine dell'anno restano in vigore le disposizioni contenute nell’allegato 3 della legge 234/2021. Pertanto, resta valido il requisito contributivo ridotto per i lavoratori:
Le lavoratrici ricevono uno sconto contributivo di 12 mesi per ogni figlio a carico, nel limite massimo di due anni.
L’INPS, a fronte del riconoscimento, garantisce una rendita mensile fino a 1.500 euro al mese per 12 mensilità.
Tuttavia, è importante sottolineare che la fruizione dell'anticipo pensionistico non comprende la rivalutazione o l’integrazione al minimo. In caso di decesso del titolare del trattamento, tutti i benefici vengono persi, poiché l’anticipo Ape sociale non è una pensione diretta, per cui non è reversibile ai superstiti.
L'indennità viene accreditata per dodici mesi, senza la tredicesima mensilità. Pertanto, per ottenere tutti i diritti della pensione, è necessario che il fruitore perfezioni i requisiti per l'accesso alla pensione di vecchiaia, ossia 67 anni di età e 20 anni di contributi. In questo caso, l'INPS esegue un passaggio d'ufficio da Ape sociale a pensione di vecchiaia o altro trattamento ordinario.
Per andare in pensione con i vecchi requisiti dell'Ape sociale, è importante presentare la richiesta preliminare entro e non oltre il 30 novembre 2023. La domanda per il riconoscimento del diritto al trattamento deve pervenire all'INPS in via telematica da coloro che perfezionano i requisiti entro il 31 dicembre 2023.
Per maggiori dettagli, è possibile contattare il numero verde gratuito 803164; da cellulare, è disponibile il numero 06164164, con tariffa variabile a seconda del gestore.
Innanzitutto, i lavoratori che decidono di presentare la domanda entro il 30 novembre 2023, non cavalcano l'onda emotiva della riforma, accalcandosi verso un'uscita, anche senza averne bisogno.
Piuttosto, sono consapevoli dei paletti restrittivi previsti per il 2024, sull'Ape sociale e sulle altre misure rinnovate per il prossimo anno.
Per il 2024, infatti, la bozza della legge di Bilancio prevede delle modifiche ai requisiti dell'Ape sociale. In particolare, viene aumentato il limite anagrafico di accesso al beneficio da 63 anni a 63 anni e 5 mesi.
L'altra novità riguarda la cancellazione dalla lista dei lavori gravosi, le professioni introdotte per il biennio 2022-23, ovvero quelle indicate come ampliamento delle mansioni usuranti. In altre parole, il governo non rinnovando tale lista, ha ripristinato i requisiti presenti al 2021.