Ha fatto il giro del web, alimentando il solito circo di speculazioni e polemiche, un video in cui alcuni militanti di Amnesty Italia vengono accusati di aver strappato un volantino raffigurante i volti di bambini israeliani rapiti. Arriva ora la replica da parte del portavoce della ong, Riccardo Noury, che parla di un vero e proprio attacco per delegittimare l'organizzazione.
Nell'epoca di Internet, il confine tra verità e menzogna si è pericolosamente assottigliato. Lo sappiamo bene, dopo anni in cui il termine 'fake news' è diventato di uso comune.
Una terminologia che si riferisce a una pratica che è sempre esistita, ma che ha trovato nelle potenzialità della Rete e negli istinti scatenati dai social media, nuova linfa per diventare ancor più pervasiva e, di conseguenza, dannosa.
A fare i conti con questa difficile situazione è, oggi 10 novembre 2023, Amnesty International Italia, con alcuni suoi militanti accusati in un video di aver strappato dei volantini raffiguranti bambini israeliani ostaggio di Hamas.
Immediata è arrivata la replica del portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury. In un editoriale affidato al quotidiano 'Domani', Noury replica duramente al contenuto del video, che ritiene parziale ("Nel video che sta circolando, si vede un volantino a pezzi ma non chi l’avrebbe fatto a pezzi") e girato con l'unico scopo di delegittimare l'organizzazione. Il motivo? La posizione di Amnesty sul conflitto in Medio Oriente, estranea al "tifo da stadio delle contrapposte narrazioni pro-Israele o pro-Palestina (meglio: anti-Israele e anti-Palestina)".
Il portavoce di Amnesty Italia ricostruisce punto per punto l'accaduto.
In modo aggressivo un uomo si è avvicinato a un nostro banchetto lasciando un volantino: è stato spiegato che non possiamo esporre materiale di altri gruppi, che pertanto è stato rimosso. L'accusa che sia stato nostro personale a strappare volutamente il volantino è infondata.
— Amnesty Italia (@amnestyitalia) November 10, 2023
Noury parla dell'uomo che si era avvicinato a un banchetto dell'organizzazione per lasciare i suoi volantini, al quale viene spiegato che la ong non può, in nome della sua indipendenza, proporre materiale di altre associazioni. I volantini sono stati quindi buttati in un cestino dell'immondizia, cosa che sarebbe accaduta, spiega Noury, anche se si fosse trattato di altre cause, pur "nobili e necessarie".
Un chiarimento necessario, in un'epoca in cui se un'inesattezza diventa popolare e 'di tendenza' può facilmente trasformarsi in verità.