La Corea del Sud potrebbe vietare la produzione e il consumo di carne di cane dal 2027. L'obiettivo ambizioso se lo è posto il presidente Yoon Suk Yeol, che insieme alla first lady Kim Keon Hee, hanno sei cani e cinque gatti all'interno della loro residenza. Il leader del paese lo ha annunciato recentemente, promettendo l'approvazione della legge entro la fine di quest'anno.
Al momento si stima che circa mezzo milione di cani siano allevati per la macellazione nella Corea del Sud. Ad oggi il consumo di carne di cane è molto diminuito rispetto al passato, con le nuove generazioni che ritengono questa usanza una "crudeltà". Le sue radici sono però secolari e, di fatto, non vi è mai stata una regolamentazione: non ci sono leggi che la vietano ma neanche quelle che la tutelano.
A dare maggiori specifiche riguardo le tempistiche previste è Yu Eui-dong, deputato che ha parlato principalmente ad allevatori da un lato e attivisti per i diritti degli animali dall'altro.
Nel dettaglio, saranno previsti indennizzi per quanti presenteranno un piano riguardo la conversione della carne, magari verso quella sintetica. Per ottenerli sarà necessario essere titolari di un'attività registrata e stilare un dettagliato piano che preveda il passaggio dalla carne di cane ad altre tipologie di alimento.
Da un lato esultano le associazioni animaliste, in particolare l'Humane Society Internationl, che parla di un "sogno divenuto realtà" attraverso le dichiarazioni di Chae Jung-ah.
Joo Young-bong è invece di opinione opposta, e così l'intera Associazione coreana degli allevatori di cane, che definisce il rispetto della legge come "impraticabile" ora come ora.
Una spinta del genere per ora manca alla Cina, altro grande paese in cui il consumo di carne di cane (e gatto) è frequente. In particolare molte manifestazioni si sono tenute a proposito del festival di Yulin, tristemente noto per l'uccisione di oltre 10mila cani (secondo un'inchiesta del Daily Mail).