Il 22 novembre 2023 segna un importante momento politico nei Paesi Bassi con le elezioni anticipate per la Tweede Kamer. Queste elezioni sono conseguenza delle dimissioni del primo ministro Mark Rutte, che dopo 13 anni al potere e tre mandati ha deciso di abbandonare la politica. La sua gestione di varie crisi di governo e un approccio pratico alla politica hanno contraddistinto la sua lunga carriera. L’estrema destra rischia di far saltare il banco? Ecco le ultime voci sulle elezioni in Olanda 2023.
Le dimissioni di Mark Rutte sono state provocate principalmente da divergenze interne alla coalizione di governo riguardo alla politica sull'immigrazione. Il tentativo di introdurre misure restrittive sul ricongiungimento familiare e creare un sistema di asilo a due livelli ha portato alla rottura della coalizione e alla sua uscita di scena.
Soprannominato "Teflon Mark" per la sua resilienza politica, Rutte ha lasciato un'impronta indelebile sulla politica olandese. Le sue dimissioni segnano non solo la fine di un'era, ma anche l'apertura di un nuovo capitolo politico. Il contesto attuale è caratterizzato da un'atmosfera di incertezza, con le questioni dell'immigrazione che hanno dominato l'agenda politica, portando alla caduta del suo quarto governo di coalizione.
Nel panorama politico olandese post-Rutte, diversi partiti e candidati si contendono adesso la leadership. Tra questi, Dilan Yeşilgöz e Pieter Omtzigt emergono come figure significative. Anche il populista Geert Wilders e il suo Partito per la Libertà (Pvv) sono in forte ascesa, promuovendo politiche anti-immigrazione.
Il sistema elettorale olandese si caratterizza per l'adozione di un metodo proporzionale con soglie basse per l'accesso al Parlamento.
Nei Paesi Bassi, i 150 membri della Tweede Kamer sono eletti con un sistema proporzionale a lista aperta, dove i cittadini possono esprimere voti di preferenza. I seggi sono assegnati usando il metodo D'Hondt e le liste devono superare lo 0,67% dei voti (quoziente di Hare) per partecipare alla ripartizione. I seggi vengono prima assegnati ai candidati con almeno il 25% del quoziente Hare, poi in base alla posizione nella lista.
Le elezioni del 22 novembre si concentrano su tematiche cruciali come l'aumento dei prezzi, le resistenze alla rivoluzione verde, e soprattutto l'immigrazione, che ha giocato un ruolo centrale nella caduta del governo Rutte.
In particolare, l'immigrazione si è affermata come una delle questioni centrali nel dibattito politico, con un'enfasi crescente sul controllo dell'immigrazione come misura per ridurre la spesa pubblica e affrontare problemi come la crisi abitativa e la pressione sul sistema sanitario.
Le politiche ambientali, in particolare quelle riguardanti l'agricoltura, hanno sollevato preoccupazioni significative. Il Movimento Civico-Contadino (Bbb) sottolinea le tensioni tra lo sviluppo economico e le politiche di sostenibilità ambientale, dimostrando l'importanza del settore agricolo nell'economia e nella società olandese.
Data la frammentazione del sistema partitico, è probabile che la formazione di un governo di coalizione richiederà tempo e compromessi. L'ascesa del Pvv e la possibilità di un governo guidato da un nuovo partito emergente come il Nuovo Contratto Sociale di Omtzigt indicano un possibile cambiamento significativo nel panorama politico olandese.
Geert Wilders e il suo Partito per la Libertà stanno guadagnando sempre più consensi, con una piattaforma politica che si concentra principalmente sull'immigrazione e l'opposizione alle politiche dell'Unione Europea, copione già visto in altri Paesi che vertono in situazioni problematiche. I temi centrali sui quali il Pvv ha basato la sua campagna, infatti, rispecchia le preoccupazioni di una parte significativa dell'elettorato.
Una percentuale significativa di elettori rimane indecisa, indicando una generale sfiducia verso l'establishment politico. Questo è aggravato dal clima di incertezza e dalla complessità del sistema di voto proporzionale, che rende difficile prevedere l'esito delle elezioni.
I risultati delle elezioni probabilmente richiederanno la formazione di una coalizione. Le alleanze potrebbero variare da una collaborazione di centrodestra a un'alleanza centrista che coinvolge diverse fazioni politiche.
Inoltre, le elezioni olandesi avranno un impatto significativo sulle politiche dell'Unione Europea, specialmente in vista delle elezioni europee del 2024. Il nuovo governo dovrà navigare tra le esigenze nazionali e gli obblighi europei.
Alla vigilia delle elezioni legislative nei Paesi Bassi, l'estrema destra guidata da Geert Wilders del Pvv è in testa con 28 seggi, seguita dai liberal-conservatori del Vvd di Dilan Yesilgoz e l'alleanza Socialdemocratici-Verdi di Frans Timmermans, entrambi con 27 seggi. Il Nuovo contratto sociale (Nsc) di Pieter Omtzigt è più indietro, stabile a 21 seggi. Il gruppo di protesta degli agricoltori (Bbb) scivola nei sondaggi a 5 seggi, deludendo rispetto alle precedenti elezioni provinciali.
Un sondaggio di I&O Research effettuato su un campione di 1.641 elettori mostra una competizione serrata tra i tre partiti principali. Gli analisti suggeriscono due scenari post-elettorali: una coalizione di centro-destra tra Pvv, Vvd e Nsc o un'alleanza europeista escludendo l'estrema destra.
Yesilgoz, leader di origini curde, ha escluso la partecipazione a un governo guidato da Wilders. L'incertezza regna tra gli elettori, con il 63% ancora indeciso.