24 Nov, 2023 - 11:46

Partita IVA: come calcolare lo stipendio netto nel regime ordinario e forfettario

Partita IVA: come calcolare lo stipendio netto nel regime ordinario e forfettario

Quando si stipula un contratto di lavoro, sia per dipendenti che per liberi professionisti, è essenziale comprendere la differenza tra stipendio lordo e netto e i vari fattori che incidono sul calcolo del guadagno netto. Questa guida si propone di chiarire questi aspetti, considerando sia le retribuzioni dei dipendenti che la gestione finanziaria di chi apre una Partita IVA, in particolar modo nel calcolo dello stipendio netto, visto che i liberi professionisti non hanno una busta paga mensile con tutte le voci di entrate (e uscite) lorde e nette.

Calcolo stipendio netto per Partita IVA: due regimi, due calcoli

I professionisti con Partita IVA devono affrontare un calcolo fiscale diverso, che varia in base al regime fiscale scelto:

  • Regime ordinario: deduzione dei costi sostenuti dall'attività dai ricavi totali.
  • Regime forfettario: tassazione su una percentuale del fatturato, definita dal coefficiente di redditività specifico per l'attività svolta.

Il guadagno netto è quindi la somma rimanente dopo la detrazione delle tasse e dei contributi previdenziali dal fatturato lordo.

Calcolo guadagno netto Partita IVA forfettaria: esempi pratici

Il regime fiscale scelto ha un impatto significativo sul calcolo del guadagno netto. Il regime forfettario, ad esempio, offre una maggiore prevedibilità e convenienza, ma implica comunque il pagamento di imposte e contributi.

Prendiamo il caso di un copywriter in regime forfettario. Se il suo fatturato annuo è di 24.000 euro, il calcolo delle tasse si baserà su una percentuale del reddito (coefficiente di redditività) e sull'aliquota fiscale applicabile (15% o 5% nei primi 5 anni di attività).

Quindi, diciamo che la base forfettaria di un copywriter è del 22%: resta un 78% tassabile al quale bisognerà applicare l’aliquota del 5% o del 15%. Al risultato finale, ovviamente, andranno aggiunti anche i contributi previdenziali, che sono quelli più salati.

Gli esempi possono proseguire considerando altre professioni, in quanto il coefficiente di redditività varia in base al tipo di attività professionale svolta e al codice ATECO.

  • Commerciante (40% di coefficiente): per un incasso annuo di 30.000 €, il reddito imponibile è 12.000 € (30.000 € * 40%).
  • Veterinario (78% di coefficiente): per un incasso annuo di 40.000 €, il reddito imponibile è 31.200 € (40.000 € * 78%).
  • Estetista (67% di coefficiente): per un incasso annuo di 25.000 €, il reddito imponibile è 16.750 € (25.000 € * 67%).

Ricordiamo che all’applicazione dell'imposta sostitutiva del 15% o 5% (nei primi 5 anni di attività) sul reddito imponibile. A ciò vanno aggiunti anche i contributi Inps.

Pertanto, per i collaboratori e i consulenti, altri fattori entrano in gioco il regime fiscale di appartenenza e il totale dei contributi Inps a carico del lavoratore. Inoltre, il calcolo finale delle tasse deve anche considerare eventuali altri redditi percepiti nell’anno fiscale.

Cosa significa fatturato lordo e come incide sul calcolo

Il fatturato lordo rappresenta la somma totale dei compensi ricevuti, al lordo delle tasse. Per calcolare il guadagno netto, è necessario sottrarre da questa somma le imposte dovute, basate sul regime fiscale e sulle aliquote applicabili.

Calcolo stipendio netto partita IVA regime ordinario

La tassazione in regime ordinario per le imprese e i liberi professionisti in Italia prevede diverse imposte principali: IVA, IRPEF, IRES e IRAP.

  • IVA (Imposta sul Valore Aggiunto): questa imposta si applica sui beni e servizi, con aliquote variabili in base alla tipologia. Per esempio, i beni di prima necessità hanno un'IVA del 4%, mentre il settore alimentare, edile e turistico prevedono il 10%; la maggior parte degli altri beni e servizi sono soggetti al 22%. L'IVA viene versata periodicamente, calcolando la differenza tra l'IVA a credito (pagata sugli acquisti) e quella a debito (incassata sulle vendite).
  • IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche): è un'imposta progressiva che riguarda diversi tipi di reddito (fondiari, da capitale, lavoro dipendente, autonomo, d'impresa, diversi). Per il 2024, l'IRPEF prevede tre scaglioni di reddito con aliquote corrispondenti (23%, 35%, 43%), con esenzione per redditi fino a 5.500€ all'anno. La tabella a cui fare riferimento è la seguente:
SCAGLIONI REDDITOALIQUOTAIMPOSTA DOVUTA
Da 0 a 28.000 €23%23% oltre la no tax area
Da 28.001 € a 50.000 €35%6.440 € + 35% oltre i 28.000 €
Oltre 50.000 €43%14.140 € + 43% oltre i 50.000 €
  • IRES (Imposta sul Reddito delle Società): questa imposta si applica alle società e altre entità giuridiche, con un'aliquota attuale del 24%. Il calcolo del reddito imponibile può essere complesso e spesso richiede l'assistenza di un commercialista.
  • IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive): si tratta di un tributo annuale dovuto dalle imprese alle regioni, con un'aliquota ordinaria del 3,9%, variabile a seconda della regione e del tipo di attività. Dal 2022, le persone fisiche esercenti attività commerciali e i liberi professionisti sono esentati da questa imposta.
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Daniele Sforza
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