L'apertura di una partita IVA da parte di un lavoratore dipendente è un argomento di crescente interesse nel mondo lavorativo moderno. Molti dipendenti, sia nel settore privato che pubblico, si interrogano sulla possibilità di avviare un'attività autonoma parallela al loro impiego principale. Andiamo a vedere quali sono le opportunità e le limitazioni relative alla coesistenza di lavoro dipendente e partita IVA, fornendo consigli pratici e analisi normative.
La possibilità di unire il ruolo di lavoratore dipendente con quello di titolare di partita IVA (come libero professionista, ditta individuale o società) è ammessa, purché le attività svolte non siano in conflitto. La maggior parte dei contratti di lavoro non impone restrizioni a questa pratica, tuttavia, il consiglio è di informare preventivamente il datore di lavoro per prevenire eventuali fraintendimenti o problemi futuri.
È infatti molto importante considerare il patto di non concorrenza. I dipendenti non possono svolgere attività che entrino in diretta concorrenza con quelle del datore di lavoro. Questo obbligo persiste per tutta la durata del rapporto lavorativo e può estendersi oltre la cessazione dello stesso. In aziende con meno di 15 dipendenti, vi è una maggiore enfasi su questo aspetto, con implicazioni dirette sul licenziamento e l'obbligo di fedeltà.
I dipendenti hanno il dovere di mantenere la riservatezza delle informazioni aziendali, un obbligo che persiste anche dopo la fine del rapporto di lavoro. Il mancato rispetto può comportare sanzioni amministrative e legali.
Per i lavoratori dipendenti nel settore privato, ci sono due elementi chiave da tenere a mente:
Per i lavoratori dipendenti nel settore pubblico, i fattori chiave da tenere a mente sono invece i seguenti:
Innanzitutto, è necessario valutare se l'attività che si intende svolgere richiede l'apertura di una partita IVA. In alcuni casi, come per prestazioni professionali non abituali o diritti d'autore, la partita IVA potrebbe non essere necessaria.
In secondo luogo, bisogna considerare la pianificazione fiscale. Affidarsi a un commercialista per una consulenza personalizzata è fondamentale per pianificare correttamente l'aspetto fiscale e contributivo della nuova attività.
È utile esaminare la possibilità di aderire al regime forfettario, che offre vantaggi fiscali e semplificazioni amministrative, a seconda del reddito lordo percepito come lavoratore dipendente.
Inoltre, determinare l'inquadramento contributivo della nuova attività e valutare l'eventuale esonero dai contributi Inps è un passo essenziale.
Per quanto riguarda le attività commerciali, se il lavoro dipendente è prevalente, non è necessario iscriversi alla Gestione Commercianti Inps né versare ulteriori contributi.
Per i liberi professionisti è obbligatorio iscriversi alla Gestione Separata Inps e versare i contributi previdenziali in modo proporzionale.
Ricordiamo che i redditi da lavoro dipendente e da attività autonoma devono essere dichiarati separatamente.
È possibile scegliere tra il regime forfettario e la contabilità semplificata.
Questo regime agevolato è accessibile ai lavoratori dipendenti che nell'anno precedente hanno percepito redditi inferiori a 30.000 euro.
Dall'anno 2020, il regime forfettario è limitato ai soggetti che non hanno percepito nell’anno precedente redditi da lavoro dipendente con RAL annua superiore a 30.000 euro.
Tra i vantaggi del regime forfettario figurano:
I dipendenti di aziende a partecipazione pubblica non sono soggetti all'obbligo di esclusività riservato ai dipendenti pubblici. Per loro valgono le stesse regole applicate nel settore privato.
È importante verificare se si rientra nella categoria di dipendente pubblico o privato, consultando il proprio contratto di lavoro e riferendosi al D.Lgs. n. 165/2001. Questo influenzerà la possibilità di aprire una partita IVA e le relative restrizioni.
I lavoratori dipendenti spesso scelgono attività autonomi compatibili con i loro impegni, come lo sviluppo di applicazioni, e-commerce, creazione di siti web, consulenze in marketing, SEO e informatica. Queste attività possono essere gestite parallelamente al lavoro dipendente.