42 anni, consulente di bellezza: chi è Vincenza Angrisano, la donna uccisa ad Andria dal marito Luigi Leonetti. Aveva due figli piccoli e alle amiche e ai colleghi aveva raccontato di volersi separare dall'uomo, di 51, proprio per via dei suoi comportamenti violenti. Anche i suoi familiari ora prendono le distanze da lui.
Vincenza Angrisano aveva 42 anni e lavorava come consulente di bellezza per l'azienda Stanhome Italia. Ad Andria viveva insieme al marito Luigi Leonetti e ai due figli minorenni. Sarebbe stato l'uomo, di 51, ad ucciderla, colpendola con un coltello al torace e all'addome, sotto gli occhi inermi dei due ragazzini, di 6 e 11 anni.
Sembra che la donna volesse separarsi da lui per via dei suoi comportamenti violenti. Lo aveva raccontato anche alle amiche e ai colleghi, che le avevano consigliato di allontanarsene proprio per paura che - una volta venuto a conoscenza della sua decisione - potesse farle del male. È successo nel pomeriggio di ieri, 28 novembre.
Leonetti, che lavora come guardiano, aveva poi chiamato il 112, costituendosi, ed era stato arrestato. La voce si era sparsa e in poco tempo nei pressi dell'abitazione della vittima, situata a ridosso della provinciale 231, a tre chilometri circa dal centro cittadino, si era raccolta una discreta folla di amici e conoscenti.
ha dichiarato ai microfoni dei giornalisti presenti un collega della vittima, che ha anche aggiunto:
La sindaca di Andria ha scritto una lettera aperta alla vittima.
I due figli piccoli della coppia sono stati affiancati da uno psicologo fin dai primi istanti. Ieri in serata a raggiungerli era stato anche uno dei fratelli di Leonetti, insieme alla moglie.
ha riferito ai cronisti, specificando di non avere contatti con lui da più di un anno. Il suo folle gesto ha seguito di poche ore quello dell'uomo 58enne che sempre ieri, a Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma, ha ucciso la moglie 66enne Meena Kumari, di nazionalità indiana, con una mazza da cricket.
Stando a quanto ricostruito finora, la donna sarebbe stata aggredita in casa davanti agli occhi di alcuni familiari e, nel disperato tentativo di salvarsi, avrebbe anche tentato la fuga, riversandosi in strada e iniziando ad urlare, sperando di catturare l'attenzione di qualcuno. Lì il suo assassino l'avrebbe però raggiunta e colpita a morte.
Non fa che allungarsi la scia delle donne vittime di femminicidio. Se ne contano oltre 100, dall'inizio del 2023. Donne uccise per mano di ex compagni e mariti gelosi, uomini che non si sono rassegnati all'idea di perderle, trattandole alla stregua di oggetti da possedere.
Si pensi al caso di Giulia Cecchettin, uccisa dall'ex fidanzato a 22 anni dopo la fine della loro relazione. La ragazza, di Vigonovo, era determinata a coronare i suoi sogni. Quando ha trovato la morte per mano del giovane che un tempo aveva amato, e che ora la ricattava emotivamente per costringerla a vederlo - con la minaccia che altrimenti si sarebbe ammazzato -, avrebbe dovuto laurearsi.
Per lei sarebbe stato l'inizio di una nuova vita. Turetta non poteva accettarlo, perché non poteva accettare di essere rimasto "indietro", rispetto a lei. In due atti di "inaudita ferocia", come li ha definiti il gip, l'avrebbe quindi ammazzata, senza trovare il coraggio di togliersi a sua volta la vita, come forse aveva pianificato di fare.
Dovrà rispondere di sequestro di persona e omicidio volontario aggravato dal vincolo affettivo. Oggi in carcere a Verona, dove è arrivato dopo l'estradizione dalla Germania, incontrerà per la prima volta i suoi genitori. Ieri nel corso dell'interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere, rilasciando solo delle dichiarazioni spontanee.