A due anni esatti dalla scomparsa di Liliana Resinovich a Trieste, un video inedito diffuso dalla trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?" mette in dubbio le procedure adottate per l'ispezione del corpo della 63enne, trovato senza vita nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico di San Giovanni all'inizio del 2022. Sul caso, diventato un vero e proprio giallo, si è da poco tornati ad indagare per omicidio.
Il video mandato in onda in esclusiva su Rai 3 mostra gli attimi immediatamente successivi al ritrovamento del cadavere di Liliana Resinovich - avvenuto 22 giorni dopo la sua scomparsa a Trieste -, mentre alcune persone, strette attorno al corpo, senza tute protettive, calzari o cuffie per capelli, commentano le condizioni della salma, dopo aver tagliato il cordino del sacchetto che la avvolge, contaminandolo.
"Niente odore, niente", dice qualcuno. Qualcun altro aggiunge: "A Gabrovizza si è lanciata un'altra". È possibile che gli inquirenti abbiano subito pensato a un gesto volontario, escludendo altre piste e non conducendo le indagini come avrebbero dovuto?, ci si chiede.
Ne sono convinti i familiari della vittima: il fratello Sergio, la nipote Veronica e il marito Sebastiano Visintin, che negli scorsi mesi si sono opposti fermamente alla richiesta di archiviazione delle indagini per suicidio avanzata dalla Procura, chiedendo che si tornasse ad indagare, come in effetti è accaduto. Il nuovo fascicolo, aperto per volere del gip Luigi Dainotti, è per omicidio.
Una delle ipotesi è che la pensionata, uscita di casa per sbrigare delle commissioni il 14 dicembre del 2021, sia stata sequestrata, morendo poco prima del ritrovamento del suo corpo. L'altra è che sia stata uccisa il giorno della scomparsa e che il suo assassino ne abbia nascosto il corpo in un luogo freddo, per conservarlo, prima di permetterne il ritrovamento nel boschetto.
Sono tanti gli interrogativi che ruotano attorno alla morte della donna, che secondo chi la conosceva non si sarebbe mai tolta la vita, come sembra aver confermato anche l'autopsia psicologica che ne ha ricostruito gli ultimi mesi di vita. Uno degli interrogativi è relativo alla data del decesso, mai accertata con chiarezza. Per questo il corpo della 63enne potrebbe essere riesumato.
A parlarne era stato qualche giorno fa l'ex generale del Ris Luciano Garofano nel corso di una puntata della trasmissione "Quarto Grado". Il presidente di Penelope Italia, Nicodemo Gentile, che assiste, come legale, il fratello di Liliana, ha fatto però sapere a "Chi l'ha visto?" che, almeno per il momento, dalla Procura di Trieste avrebbero smentito la notizia.
La nuova consulenza medico-legale è stata affidata all’antropologa forense Cristina Cattaneo, nota per aver preso parte ad importantissime indagini scientifiche, dall’omicidio di Yara Gambirasio a quello di Elisa Claps.
Mentre gli accertamenti proseguono, diverse persone sarebbero attenzionate dalle indagini: oltre al marito di Liliana, anche l'amico-amante Claudio Sterpin - che come il primo avrebbe rilasciato, nel tempo, diverse dichiarazioni contraddittorie -, il figlio di Sebastiano, Piergiorgio Visintin, e un certo Fulvio Covalero, amico della vittima.
La sensazione è che chi le ha fatto del male la conoscesse. Lo aveva spiegato senza mezzi termini l'avvocato Gentile in una puntata di "Crimini e Criminologia" andata in onda su Cusano Italia Tv, dicendo: "Lilly non è stata stata attaccata, se si tratta di un fatto omicidiario, da soggetti fuori dalla sua sfera di relazione". E aveva così escluso il possibile coinvolgimento nella vicenda di un misterioso uomo, tirato in ballo, in passato, dal ritrovamento di un Dna ignoto sul corpo di Liliana.