Si torna a parlare di Covid: Flurona e variante JN.1, quali sono i sintomi? Si tratta di nuove malattie? E' il caso di preoccuparsi? Queste sono le domande che in molti si stanno facendo in questi giorni, scongiurando il ritorno alle mascherine e una nuova ondata di casi, soprattutto visto l'avvicinarsi della festività natalizie.
Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’infezione simultanea da influenza e da Covid-19 e la nuova variante JN.1, arrivata in Europa, registrando i primi casi in Lussemburgo la scorsa estate, diffondendosi prima nel Regno Unito e poi nel resto del vecchio continente.
Per approfondire meglio la questione e saperne di più sui sintomi e i contagi Tag24 ha intervisto il Professore e Ricercatore Matteo Bassetti, Direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico di San Martino, Genova.
D: Può spiegarci cos'è il Flurona?
R: La Flurona non è una nuova variante del Covid. E' un termine non scientifico utilizzato per mettere insieme chi viene colpito sia dall'influenza che dal Covid. Si tratta di una co-infezione del virus influenzale e quello del Covid. E' un'espressione che definisce la sfortunata situazione in cui un soggetto si prende contemporaneamente entrambi i virus.
D: Bisogna prestare più attenzione? Ci sono dei sintomi particolari?
R: Flurona potrebbe dare effettivamente qualche problema tra un paio di settimane. Aspettiamo il picco di influenze intorno al periodo delle vacanze di Natale, sommato al Covid che continua a diffondersi. Per ragazzini, giovani adulti, fino ai sessantenni credo che ad oggi il Covid e anche l'influenza - a meno che non ci siano condizioni di instabilità - dal punto di vista immunitario rappresentino un piccolo problema.
Per quanto riguarda i sintomi, c'è la somma di quelli delle due infezioni. Sul fatto che sia più grave, non ci sono dei dati scientifici che lo dicano. In questo periodo i sintomi dell'influenza e quelli del Covid sono praticamente gli stessi, essendo simili è complesso differenziare l'una dall'altro. Io da alcuni ho sentito dire 'basta agli abbracci, ai contatti, torniamo alle mascherine'. Io replicherei con un non diciamo stupidaggini.
D: Quali sono le categorie più a rischio?
R: Chi deve fare attenzione sono evidentemente le persone anziane, gli over 70 e in particolare gli over 80. Questi soggetti potrebbero aver bisogno di recarsi in ospedale se dovessero contrarre entrambi i virus. Si può discutere quanto si vuole su questo tema, sul fatto che i vaccini funzionano e servono a prevenire l'infezione. Certo, hanno la loro efficacia preventiva se sono stati fatti tre mesi prima. I vaccini aiutano a non finire in ospedale, nei reparti di rianimazione.
Abbiamo persone che sicuramente sono più a rischio, allora però a questi va indirizzata la giusta attenzione. Non dobbiamo far mettere di nuovo le mascherine a tutti o dire di evitare in generale il contatto, perché é una grandissima stupidaggine. Alle persone anziane piuttosto che non baciare i nipoti o mettere la mascherina io consiglieri di fare il vaccino, un regalo di Natale.
Per evitare il peggio basterebbe seguire quello che consigliano i medici. Il Ministero della salute ha chiaramente detto cosa bisognava fare due mesi fa. I medici e la comunità scientifica hanno detto alle persone con più di 70 anni di rinnovare la dose di vaccino, sia per l'influenza che per il Covid. Dopodiché la gente ha scelto comunque di non vaccinarsi.
Noi cureremo tutti, certamente non vaccinarsi è un atto di cattiva educazione civica, perché in tal modo si mette a rischio il sistema sanitario pubblico ospedaliero in Italia; la gente dovrebbe aiutarlo invece, non penalizzarlo.
D: Cosa può dirci sulla variante JN.1? Dobbiamo preoccuparci?
R: E' solo una delle tante varianti. Io ho smesso di contarle e di parlarne da un anno e mezzo. E' più contagiosa, ha sintomi simili. Basta però. Le varianti non sono un argomento da bar. Lo abbiamo ribadito tante volte; lasciamo che se ne occupino i virologi. Quello che deve interessare al massimo è il fatto che una variante possa essere più aggressiva e resistente ai vaccini, ma non è questo il caso. Ci sono tante varianti. Si tratta dell'evoluzione naturale del virus, che diventa più contagioso, quindi colpisce molte più persone.
D: Quindi niente ritorno alle mascherine?
R: Non se ne parla, è fuori discussione. Dove servono ci sono, come per esempio in ospedale e non le abbiamo mai tolte. Perché dovremmo ripristinare l'obbligo di indossarle per tutta la popolazione? Dove è scritto che serva a qualcosa? Gli studi sull'uso della mascherina per la popolazione in generale hanno dimostrato che non funziona. Non ha senso.
Cosa possiamo fare quindi? Spostiamo il focus sulle persone più fragili e su quelle più anziane, dicendo loro di vaccinarsi. Il messaggio da ribadire è - per gli ultra settantenni e ottantenni - di fare il richiamo vaccinale.
Poi ci sono i detrattori come sempre, quelli che dicono che il vaccino non serve. In questo caso però è bene ribadire che si tratta di un vaccino particolare, che ha bisogno di continua stimolazione. Non è come quello per il morbillo, per cui ne basta uno per tutta la vita. Qui no, serve il richiamo.
D: Alle persone già in fermento per Natale, preoccupate dei contatti e del ritorno di una nuova ondata di Covid che messaggio vuole dare?
R: Ma basta, assolutamente. Spero di non passare i prossimi giorni ad ascoltare persone che si affannano a predisporre tamponi per tutta la famiglia e le mascherine. Io penso che chi continua a fare questo allarmismo e terrorismo sia ossessionato dal covid.
Parliamo di altro, giriamo pagina. E' inutile rivolgersi a tutta la popolazione, ripeto, ci sono delle fasce più a rischio: rivolgiamoci direttamente a quelle. La giusta comunicazione non si fa tramite il terrore ma con le spiegazioni, facendo capire alle persone perché è bene che vadano a vaccinarsi.