"Dopo il crollo dell'Urss l'Occidente voleva disintegrare la Russia", Putin torna ad attaccare Europa e Stati Uniti nel corso di un intervento sulla televisione nazionale ed ha ribadito che non c'è nessun interesse russo ad attaccare la Nato.
L'Occidente era pronto a 'distruggere' la Russia dopo la fine dell'Urss. Questo è quanto dichiarato dal presidente Vladimir Putin in un'intervista al giornalista della trasmissione "Mosca. Cremlino. Putin" sul canale "Russia 1" con il conduttore Pavel Zarubin. Il presidente russo ha dichiarato che all'inizio degli anni 2000 aveva un'idea "molto ingenua" di come l'Occidente avrebbe potuto fare il bene della Russia. Putin si dice speranzoso che il mondo capisca che il suo è diventato un Paese completamente diverso con la fine del comunismo. Un evento storico che avrebbe portato Europa ed Usa ad approfittare della debolezza momentanea della Russia:
Putin riporta poi le teorie di un politico americano, Zbigniew Brzezinski, che suggeriva una divisione in cinque parti del territorio russo. Una mossa, a detta del presidente russo, che avrebbe di fatto distrutto il Paese.
"Allo stesso tempo" ha aggiunto Putin "nelle politiche di molti paesi occidentali sono visibili azioni negative nei confronti della Russia". Il presidente fa l'esempio poi del sostegno dell'Occidente al separatismo e al terrorismo sul territorio russo. Putin ha poi definito una 'sciocchezza' quanto detto dal presidente statunitense Biden in merito ad un possibile attacco alla Nato:
Putin ha detto che non c'è nessuna disputa territoriale con gli Usa e non vuole rovinare le relazioni tra i due Stati. Il Cremlino è anzi interessato a sviluppare le relazioni con i Paesi che sostengono l'Ucraina nel conflitto contro la Russia. Qualche giorno fa il presidente ha detto che la pace in Ucraina arriverà quando la Russia avrà raggiunto i suoi obiettivi.