Sarebbe una vittoria a dir poco schiacciante, come del resto ampiamente previsto, quella dell'attuale presidente della Repubblica Aleksandar Vucic alle elezioni in Serbia. I primi risultati diffusi dai media di Belgrado, proiezioni dell'istituto di ricerche demoscopiche Ipsos/CeSID, parlano infatti di percentuali amplissime per il partito nazionalista, il Partito del progresso serbo (SNS): 46,6%.
Come pronosticato, SNS si conferma dunque prima forza nel Paese, mentre l'opposizione di Serbia contro la violenza è al 23%. Ancora più attardato, con il 6,9%, il Partito socialista (SPS). Dati che consegnerebbero la maggioranza assoluta in Parlamento a Vucic (del quale Tag24 ha raccontato l'incontro con la premier Meloni) e ai suoi, con 250 seggi. Non usa verbi al condizionale l'attuale premier e vicepresidente di SNS, Ana Brnabic (in foto), che ha già annunciato vittoria, ragionando su una proiezione dello spoglio del 50%.
Urne chiuse alle 20 e, unico dato certo al momento, un'affluenza del 55%. L'opposizione parla intanto di irregolarità. Su tutte l'arrivo di pullman principalmente dalla Bosnia-Erzegovina con a bordo elettori non autorizzati, ma si parla anche di minacce e tentativi di corruzione.
Accuse rispedite al mittente, ma non proprio nella loro totalità. La commissione preposta ha infatti ammesso "casi di irregolarità", come le firme sbagliate sui certificati elettorali e in taluni casi gli errori nella registrazione del voto (la consueta vernice sul pollice), tanto lievi da non aver compromesso la regolarità del voto. Ininfluenti sarebbero stati anche i blackout elettrici registrati e il mancato controllo documenti in alcuni seggi.