Il governo si prepara a implementare importanti riforme fiscali nel 2024, mirate a semplificare gli adempimenti amministrativi e ridurre gli oneri per cittadini e imprese. Tra le novità più significative spicca la no tax area, una soglia di reddito al di sotto della quale i contribuenti non sono tenuti a versare le tasse, e che a partire dal prossimo anno subirà alcuni cambiamenti. Infatti, il 2024 segna una svolta significativa, con l'equiparazione della no tax area tra pensionati e lavoratori dipendenti, entrambi fissati a 8.500 euro. Questo rappresenta un cambiamento notevole rispetto alle disposizioni attuali.
La no tax area Irpef è una soglia di reddito che esclude dalla tassazione i contribuenti, ma non implica una totale esenzione fiscale. Le detrazioni fiscali giocano un ruolo fondamentale nel ridurre l'imposta dovuta, arrivando a cancellarla completamente entro certi limiti di reddito. Questo meccanismo non permette però il rimborso fiscale, dato che non è stata versata alcuna imposta.
La no tax area è quindi un concetto chiave nella politica fiscale, creato per alleviare il peso fiscale sui redditi più bassi, promuovendo giustizia sociale e sostenibilità economica. Per comprendere l'applicazione della no tax area, è essenziale calcolare il reddito lordo del contribuente, includendo entrate da lavoro dipendente, autonomo, pensioni e altre fonti. Successivamente, si applicano le detrazioni fiscali e si calcola l’Irpef sul reddito netto.
Nel 2024, si prevede una soglia no tax per i dipendenti pari a 8.500 euro, allineandosi con quella stabilita per i pensionati.
Prima del 2022, la situazione era diversa: la Legge di Stabilità del 2016 aveva portato un allineamento tra la no tax area di pensionati e lavoratori dipendenti, che si attestava sui 7.750 euro, fatta eccezione per i pensionati under 55 per i quali la soglia si attestava a 7.500 euro. A partire dall’anno seguente, invece, tornò l’allineamento anche tra i pensionati under 75. Tuttavia, dal 2022 è stato introdotto un cambiamento che ha eliminato questa equiparazione, con uno squilibrio tra le varie categorie: la no tax area cambiava in base ai redditi da pensione o da lavoro: da 5.500 euro (per i redditi da impresa o da lavoro autonomo) agli 8.500 euro per i redditi da pensione, passando per quelli da 8.175 per quelli derivanti dal lavoro dipendente.
Attualmente, la soglia di esenzione dalle tasse per i redditi da pensione è superiore rispetto a quella per i lavoratori dipendenti. Tuttavia, con le nuove disposizioni previste per il 2024, si assisterà a una rinnovata equiparazione, indicando un importante aggiornamento nella politica fiscale italiana e ristabilendo una soglia comune di esenzione fiscale.
L’obiettivo principale che ha portato a questa nuova equiparazione introdotta dalla Legge di Bilancio 2024, consiste nel semplificare la normativa fiscale allo scopo di uniformare le categorie di contribuenti, per quanto possibile.
Si prevede anche l’accorpamento delle prime due aliquote IRPEF in un'unica aliquota del 23% fino a 28.000 euro, e un incremento della detrazione per i redditi da lavoro dipendente fino a 15.000 euro, allineando quindi la condizione dei pensionati a quella dei lavoratori dipendenti.
Il contribuente incapiente è colui che, pur essendo sotto la soglia di reddito esente da tasse, non può richiedere un rimborso fiscale. Questo si verifica perché l'imposta è stata azzerata dalle detrazioni e non vi è stato effettivo versamento di tasse. L'incapiente si trova in una situazione dove non paga Irpef grazie alla no tax area, ma non può ottenere rimborsi, avendo usufruito delle detrazioni non per compensare spese, ma per azzerare l’imposta dovuta.
Le detrazioni fiscali abbassano l’imposta sul reddito e possono portare all'annullamento completo dell'imposta per chi rientra in determinati limiti di reddito. In presenza di detrazioni, se l'imposta è azzerata, non si apre la possibilità di richiedere un rimborso fiscale, poiché non si è proceduto al versamento di alcuna imposta.