Cos’è il 14esimo emendamento USA che impedisce a Donald Trump di correre alle primarie presidenziali nello Stato del Colorado?
Il motivo è da ricercarsi nella violazione della legge da parte dell’ex Presidente degli Stati Uniti. In particolare è il 14esimo emendamento alla Costituzione americana a bloccare la candidatura di Trump.
Cosa indica allora questo documento legislativo e perché impedisce a Trump di ricandidarsi nel solo stato del Colorado?
Il 14esimo emendamento è una delle più importanti modifiche apportate alla Costituzione statunitense.
La sua ratifica risale al 1868, poco dopo il termine della guerra di secessione. Il testo si incentra per larghe parti sulla cittadinanza americana ma la sezione numero 3 pone attenzione su particolari condizioni che impediscono l’elezione a Senatore, Rappresentante nel Congresso, Vice Presidente o Presidente degli Stati Uniti.
Si evidenzia come in nessun caso potrà essere eletto una persona coinvolta in maniera attiva in una operazione di insurrezione o di ribellione, comprendendo anche il sostegno a nemici della Patria.
Lo stesso capoverso indica però che il Congresso ha il potere di togliere questo veto, previo voto favorevole a due terzi di ciascuna Camera. Questa eventualità è stata applicata solo due volte dal 1919. Il primo caso risale al 1975 quando il Congresso approvò una risoluzione che restituiva la cittadinanza a Robert E. Lee. Nel 1978 invece si eliminò il bando imposto a Jefferson Davis.
Come ufficializzato dalla Corte Suprema del Colorado, Donald Trump non potrà candidarsi alle primarie del prossimo 5 Marzo per lo Stato del Colorado per la violazione del 14esimo emendamento.
Nello specifico, al centro della questione ci sono i tragici avvenimenti dell’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti avvenuto il 6 Gennaio 2021.
Il tentativo di assedio da parte dei sostenitori di Donald Trump aveva portato ad una seconda accusa di impeachment proprio ai danni del presidente uscente.
Dal canto suo l’ex presidente ha sempre rigettato le accuse di coinvolgimento nella manifestazione sfociata poi in una manovra di assalto al Campidoglio. Trump ha poi intentato azioni legali a contrasto del 14esimo emendamento arrivando addirittura a definire il processo nei suoi confronti un abuso di potere.
Le accuse, sia a livello statale che federale, vedono il tycoon incriminato di aver provato a ribaltare l’esito delle elezioni presidenziali del 2020.
Anche nelle recenti apparizioni a sostegno della propria campagna elettorale, Trump non solo ha ribadito la propria innocenza ma ha anche schernito il procedimento giudiziario nei suoi confronti ritenendolo solo un palese tentativo di allontanare il suo ritorno alla Casa Bianca.
L’applicazione dell’emendamento è però limitata al solo Stato del Colorado, dove per altro va sottolineato come la percentuale democratica è storicamente in vantaggio contro l’opposizione repubblicana.
La decisione però potrebbe stravolgere le sorti generale della corsa alla Casa Bianca e smuovere importanti punti percentuali nell’elettorato.
Il provvedimento della Corte Suprema del Colorado segue l’istanza avanzata da un gruppo di elettori dello stesso Stato appoggiata dall’associazione Citizens for Responsibility and Ethics di Washington.
A parer loro, Donald Trump avrebbe incitato i suoi sostenitori nell’assaltare il Campidoglio e fermare così l’elezione di Joe Biden.
Simili accuse sono state mosse anche negli Stati del Minnesota e del Michigan ma per il momento sono state rigettate.
Il tempo stringe e la parola definitiva spetta alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Il 4 Gennaio questo organo dovrà risolvere assolutamente la questione poiché nel giorno successivo è fissato il termine ultimo per presentare l’elenco ufficiale di candidati alle primarie. Il team legale di Donald Trump si ritiene fiducioso e crede che la situazione si risolva per il meglio.