La procura di Ravenna ha notificato la chiusura delle indagini a 36 persone tra medici e pazienti. Per tutti l'accusa è di falso in concorso. L'inchiesta riguarda esenzioni dalla vaccinazione contro il Covid-19 concesse tra il 2021 e il 2022. Tra i presupposti indicati per ottenere le certificazioni, ritenute "fasulle" dagli inquirenti, anche allergie ai componenti del vaccino e mutazioni genetiche. Tra gli indagati il medico ravennate no vax Luca Graziani.
Il provvedimento di notifica riguarda 7 medici, residenti in varie parti d'Italia: Ravenna, Cotignola e San Pietro in Vincoli (Ravenna), Manciano (Grosseto), Napoli, Verona e Rieti. I 29 pazienti indagati sono nella maggior parte dei casi provenienti dal ravennate. L'ipotesi di reato contestata è di falso in concorso legata alla certificazione di presupposti, ritenuti fasulli, per ottenere l'esenzione dalla vaccinazioni contro il Covid-19 in un arco temporale compreso tra il 2021 e il 2022.
Tra le cause più gettonate per farsi escludere dalle dosi figurano allergie ai componenti del vaccino e mutazioni genetiche con rischio trombo-embolico. La sfilza di controindicazioni al vaccino comprende anche allergie alimentari, sindrome metabolica, ipertensione arteriosa e iperglicemia, tutte ritenute sufficienti per esprimere situazioni di rischio.
L'indagine coordinata dalla Pm Angela Scorza è iniziata a fine 2021. All'epoca, un agente della polizia locale di Ravenna aveva presentato un certificato di esenzione ritenuto dubbio. Insospettito dalle ragioni indicate per ottenere la dispensa dalla dose vaccinale, il comandante del Corpo ha inviato una informativa in Procura.
L'inchiesta si è concentrata sulle attività di Luca Graziani, 66enne medico di base ravennate, che non ha mai fatto mistero delle sue posizioni no vax. Gli inquirenti hanno verificato la sussistenza dei presupposti per l'esclusione dal vaccino per il covid presenti nei certificati emessi da Graziani, dopo che un virologo di Grosseto attestava situazioni di rischio per i pazienti. I presupposti indicati sono risultati infondati.
Sulla base di circolari del ministero della Sanità, che assegnano solo ai medici vaccinatori la possibilità di certificare l'esenzione dal vaccino, Graziani non avrebbe potuto rilasciare analoghi certificati. Inoltre, lo stesso medico ravennate aveva ottenuto l'esclusione dall'obbligo vaccinale. Un collega gli aveva infatti attestato l’esistenza di un rischio trombotico legato alla mutazione di un gene, ragione sufficiente a giustificare l'esenzione. I responsabili dell'inchiesta hanno ritenuto anche questa motivazione inammissibile.