Si avvicinano le elezioni in Bangladesh e molti cittadini hanno attualmente preferito astenersi dal votare. Le opposizioni si sono schierate contro il primo ministro Sheikh Hasina, figlia di Sheikh Mujibur Rahman, presidente e padre fondatore del Bangladesh. La politica giunta al suo quarto mandato, è considerata una tra le donne più influenti e potenti al mondo.
Per le strade della nazione imperversano i primi scontri tra detrattori e polizia. Sono stati schierati 700 agenti e 100mila membri delle forze armate per mantenere l'ordine durante le giornate dedicate al voto.
Un importante giornale bengalese è stato momentaneamente oscurato e censurato dallo Stato come riportato dalla testata giornalistica.
Alla base del blocco, commenti e articoli contro l'attuale governo, potenzialmente dannosi per il quinto mandato di Hasina. Il redattore bengalese Sajid Hoque, del Manab Zamin, ha dichiarato che il giornale è stato "inondato di chiamate e messaggi" da parte di lettori che hanno affermato "di non poter accedere al sito web". Il giornalista ha specificato che non si tratta di un down o di problemi interni relativi al sito, ma di un blocco avvenuto contemporaneamente alle elezioni politiche.
La censura non ha potuto fermare la produzione dell'edizione stampata del giornale, ancora disponibile per le strade. Il servizio per il monitoraggio dei siti internet del Bangladesh, Activate Rights, ha segnalato che il Manab Zamin era già offline da sabato.
L'organizzazione non governativa e no-profit che promuove e difende la libertà di stampa, Reporter Senza Frontiere ha inserito il Bangladesh al 163esimo posto su 180 paesi nel suo indice mondiale sulla libertà di parola e ha messo in guardia la popolazione bengalese prima del voto su quella che ha definito un controllo dannoso dell'informazione da parte del governo.
Il primo ministro Hasina, ha definito "un'organizzazione terroristica" il partito che si è opposto al suo quinto mandato. Nonostante una vertiginosa crescita economica del Bangladesh, un tempo afflitto da un forte stato di povertà, durante i quattro mandati della politica, sono numerose le accuse da parte del popolo contro il governo.
Le accuse sono di abusi, violazione dei diritti umani e una spietata repressione nei confronti delle opposizioni.
Il Partito Nazionalista del Bangladesh, decimato attualmente da un maxi arresto, ha indetto uno sciopero generale e ha invitato i cittadini a non partecipare a quello che è stata definita una "elezione farsa"