Il Fuoco di Sant'Antonio è una manifestazione della riattivazione del virus della varicella, che permane inattivo nel corpo dopo un'infezione precedente.
Le cause della riattivazione non sono completamente comprese, ma fattori come l'invecchiamento, lo stress o un sistema immunitario indebolito possono sicuramente contribuire.
I sintomi iniziali includono una sensazione di bruciore, prurito e successivamente la comparsa di vescicole dolorose concentrate su un lato del corpo. Comprendere questi aspetti è fondamentale per gestire la condizione e utilizzare cure tempestive. Scendiamo nei dettagli.
L'Herpes Zoster, comunemente noto come Fuoco di Sant'Antonio, deve il suo nome alla credenza popolare che Antonio, resistendo agli attacchi insidiosi del diavolo nel deserto, subì ustioni dolorose su tutto il corpo, associando così la sua sofferenza alla patologia dell'Herpes Zoster.
Il virus in questione, infatti, causa bruciore intenso sulla pelle. Ecco perché, già in passato, veniva invocato Sant’Antonio Abate (che ricorre nella giornata di oggi, 17 gennaio) per guarire dall'Herpes Zoster, anche perché si pensava avesse potenti capacità taumaturgiche.
Sebbene la varicella possa sembrare una malattia infantile innocua, il virus rimane nel nostro corpo per tutta la vita e può riattivarsi in un momento successivo, causando il Fuoco di Sant’Antonio.
Questa malattia può causare eruzioni cutanee dolorose e pruriginose, ma anche altre complicanze, come la nevralgia post-erpetica.
Il Fuoco di Sant'Antonio può essere causato da diverse condizioni, tra cui un declino immunitario legato all'invecchiamento, presenza di malattie come diabete, BPCO, tumore o malattie cardiovascolari, nonché una compromissione del sistema immunitario causata da specifiche terapie.
In una persona sana, il sistema immunitario produce anticorpi sufficienti a bloccare la malattia.
Fondamentalmente, chiunque ne può essere colpito, anche se di solito il virus colpisce gli ultra cinquantenni uomini.
I primi segni di fuoco di Sant’Antonio includono prurito, sensazione di intorpidimento e dolore bruciante al viso, al torace o alla schiena. Di solito, questi segni si sviluppano poi nell’eruzione cutanea tipica della malattia.
L’eruzione è dolorosa, rossastra o di colore diverso. Di solito sono interessante le seguenti aree:
I sintomi di questa infezione durano di solito dalle tre alle quattro settimane. L’herpes zoster è diverso dall’herpes simplex, che è responsabile dell’herpes labiale e dell’herpes genitale. Si tratta di una riattivazione della varicella.
Il fuoco di Sant'Antonio, o herpes zoster, si manifesta con un'eruzione cutanea localizzata, a differenza della varicella che coinvolge l'intero corpo. Le vescicole si sviluppano su un solo lato del corpo e seguono il percorso di un nervo sensoriale.
Questa eruzione può comparire sul torace (in circa la metà dei casi), nella regione dorso-lombare, nel basso addome con possibile coinvolgimento dei genitali, sul collo e sul viso. Nel giro di pochi giorni, le vescicole si seccano formando delle croste che cadono dopo una decina di giorni.
Oltre al disagio cutaneo, l'herpes zoster causa un intenso dolore nevralgico che può precedere l'eruzione cutanea (da 1 a 3 giorni o anche una settimana prima) o accompagnarla, persistendo talvolta a lungo dopo la guarigione.
Questi dolori si manifestano con prurito intenso e sensazioni di bruciore. Durante l'eruzione cutanea, possono verificarsi altri sintomi come una leggera febbre (da 38 a 38,5°C), dolore pulsante e intenso da un lato che scompare in 2 o 3 settimane, e una temporanea perdita di sensibilità in piccole aree della pelle nella zona interessata.
Il contagio dell'herpes zoster avviene soltanto durante la fase in cui si sviluppano le vesciche sulla eruzione cutanea. Durante questo periodo, il virus può essere trasmesso attraverso il contatto fisico diretto.
Inoltre, è possibile contrarre l'infezione in modo indiretto tramite il liquido presente nelle vesciche, ad esempio, nel caso di condivisione di asciugamani, letti o strumenti con una persona affetta.
I farmaci antivirali destinati a trattare l’herpes zoster sono solitamente riservati alle forme più gravi. Ma vengono prescritti anche a chi è più a rischio di sviluppare dolore cronico: persone di età superiore ai 50 anni o persone la cui fase acuta è molto intensa.
Per combattere il dolore, il medico può prescrivere farmaci che combinano il paracetamolo con un oppiaceo, sempre sotto stretto controllo medico.
In caso di efficacia insufficiente si può ricorrere a farmaci più potenti, come la morfina.
Per essere pienamente efficaci contro le complicanze, i farmaci antivirali devono essere assunti entro tre giorni dallo scoppio delle vesciche. Il trattamento viene solitamente prescritto per una settimana o anche più a lungo per le persone che hanno malattie autoimmuni.
Il dolore inizia a diminuire entro 3-5 settimane e le vesciche non dovrebbero lasciare cicatrici sul corpo.