Il voto in Veneto sul "Fine vita" si è rivelato un discreto scossone per la maggioranza, proprio su uno di quei temi su cui la destra conservatrice sembra essere a tenuta stagna. Non è dunque un contrasto come tanti e suscita quantomeno curiosità quello emerso in casa Lega, soprattutto in questi giorni in cui si decide (a fatica) il piano d'azione in vista delle elezioni regionali. Una falla che la macchina si affretta a chiudere, dicendo che la legge proposta dall'associazione "Luca Coscioni" non è passata in Veneto anche per la spaccatura "di quegli altri". Dell'opposizione. E allora perché, da ieri sera, quella tra Luca Zaia e Matteo Salvini sembra una partita di tennis?
Il primo alla battuta è stato proprio il governatore. "Il migliore in Italia", come ripetono spesso dal Carroccio, che cita proprio Zaia come paradigma quando c'è da esprimersi sul terzo mandato per i presidenti di regione. In un'intervista al "Corriere della Sera", Zaia si affretta però a spiegare:
I pareri discordanti nella Lega, quindi, sarebbero per il governatore gli stessi di qualsiasi altro consesso. Non solo di un partito politico.
"Il nostro partito non è una caserma", ha detto il leader del Carroccio, Matteo Salvini, ospite di "Agorà", su Rai 3.
C'è però chi dice "No", ed è anche vicino a Salvini.