Chiamamifaro ha pubblicato lo scorso 12 gennaio il nuovo EP dal titolo "Default": 7 canzoni in cui la cantautrice, fra testi immediati e sound coinvolgenti e con la freschezza della sua penna e del suo pop narrativo, racconta com'è avere vent'anni, tra incertezze, rimpianti e leggerezza.
Tag24 ha contattato Chiamamifaro per parlare del suo nuovo lavoro discografico, ma anche della collaborazione con Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari e del tentativo di partecipare al Festival di Sanremo.
Dopo aver collezionato milioni di streams con il primo EP Macchie (UMA Records, giugno 2021) e il disco di debutto Post Nostalgia (Columbia Records/Nigiri, giugno 2022) e un'estate che l'ha vista protagonista di un importante tour estivo, con una tappa all’Arena di Verona per i Radio Zeta Future Hits - dove ha cantato "Santa Subito" insieme ad Asteria - e al Red Valley Festival di Olbia davanti a oltre 25mila persone, Chiamamifaro ci fa vedere la sua continua evoluzione artistica.
Come nasce il brano Se parlo di te?
Se parlo di te è un brano molto delicato, parla di violenza sulle donne. Io ho sempre pensato che la musica leggera possa parlare anche di temi pesanti, la chiave sta nell’utilizzo delle parole. E io questa canzone era tanto tempo che volevo scriverla, era lì da qualche parte nascosta nella mia testa, ma avevo paura di non esserne in grado. Poi un po’ per caso quest’estate mi sono messa al pianoforte, ho scritto la prima strofa e ho capito che che sarebbe venuta una bella canzone. È nata così. È stato un processo di scrittura difficile, non lo nego, mi sentivo una grande responsabilità sulle spalle e c’è stata molta introspezione, molta emozione e molta cura nella scelta di ogni singola parola. Ne vado molto fiera.
Qual è il filo conduttore, se c'è, dell'EP Default?
Un filo conduttore c’è e ha a che fare con il titolo stesso. Default è una modalità pre impostata, una sorta di pilota automatico con cui spesso mi ritrovo a vivere la vita. Siamo così bombardati ogni giorno da notizie, trend, meme, tweet, che niente davvero ci stupisce più. Funziona anche per il mercato musicale, saturo di canzoni che ogni giorno cercano di superare il rumore bianco di fondo e non fanno altro che alimentarlo. Alcune canzoni quindi riflettono questo sentimento di insofferenza (la prima traccia dell’EP, rumore bianco, ne è un esempio), mentre altre cercano di ritrovare invece il bello della quotidianità. I dettagli e la poesia che si nascondono nelle cose più piccole della routine, quelle che vediamo solo quando non ci sono più. In ogni canzone ho provato a inserire un dettaglio del genere, a cui ridare valore. In MA MA MA per esempio è suonare il campanello di una persona a cara, in se parlo di te è un sorriso che potremmo aver visto per l’ultima volta, in monete sono i sogni che una volta lanciati in una fontana si dimenticano di noi e magari in una slot machine diventano i sogni di qualcun altro. Nella poesia c’è un po’ la conclusione di quello che ho appena raccontato.
Vuoi parlarci della collaborazione con Riccardo Zanotti?
È una collaborazione come sempre molto preziosa e stimolante. Inoltre Riccardo è ormai un grande amico. In questo EP ha lavorato insieme a me su due tracce, Se parlo di te e La poesia.
La città di Bergamo quanto è stata importante per la tua crescita musicale?
Moltissimo. Da un lato nella mia adolescenza mi ha spinta a fare esperienza altrove. A 17 anni infatti sono andata in Inghilterra, dove ho avuto la possibilità di suonare con un sacco di musicisti e imparare moltissimo da loro. Dall’altro lato mi ha insegnato l’attenzione e la cura per le piccole cose. Prima mentre raccontavo del filo conduttore di questo EP parlavo anche di questo. Bergamo è una realtà che ho cominciato ad amare e ad apprezzare solo quando sono andata nella frenetica Londra. E improvvisamente, la città che da quando ero piccola avevo dato per scontata, che vivevo in default, ai miei occhi era completamente nuova. La Bergamo del fruttivendolo che mi saluta e mi dice quanto sono cresciuta, l’alba che vedevo le mattine d’inverno dalla vetrata del mio liceo, le piazze vuote la mattina presto, quegli scorci così belli che ne sono quasi gelosa, la strada silenziosa di quando tornavo casa la sera tardi. In questo EP c’è tanto della mia città.
Hai portato il brano La poesia in gara a Sanremo Giovani, ma non sei riuscita a passare tra gli 8 finalisti: come mai hai scelto questa canzone?
Ho scelto questa canzone perché credo che rappresenti molto bene il mio stile di scrittura. È delicata nei modi ma anche molto tagliente, con delle immagini forti. E in più l’arrangiamento molto orchestrale si prestava molto a quel tipo di palco.
Cosa pensi degli artisti che sono stati scelti sia come finalisti di Sanremo Giovani, sia i 3 vincitori che saranno nei Big?
Penso che siano degli artisti molto validi e penso che faranno un bel festival.
Hai annunciato le prime date del club tour: cosa dobbiamo aspettarci da questi concerti?
Ho tante idee che mi frullano in testa per questo tour. Voglio che sia uno show coerente con il mio percorso, che rappresenti la mia attitudine sul palco. Ci saranno tanti momenti diversi durante il concerto. Da quelli più intimi a quelli più leggeri a quelli dove si salta. Sarà sicuramente uno show molto interattivo, in cui il pubblico si sentirà parte integrante e fondamentale dello spettacolo (perché lo è). E in più ci saranno chiaramente degli ospiti!