18 Jan, 2024 - 17:06

Francesco Moser: “I corridori si allenano troppo. Ganna faro azzurro”

Francesco Moser: “I corridori si allenano troppo. Ganna faro azzurro”

Secondo Francesco Moser, i corridori di oggi svolgono degli allenamenti troppo intensi. Intervistato in esclusiva per Tag24.it, l’ex corridore italiano, vincitore in carriera di un Giro d’Italia, tre Parigi-Roubaix, un mondiale, una Milano-Sanremo e due edizioni del Giro di Lombardia, Moser ha parlato di Filippo Ganna, incensandolo: In salita paga dazio agli altri corridori, ma nelle classiche ha dimostrato di essere uno degli uomini da battere.

Francesco Moser incensa Filippo Ganna

Filippo Ganna può essere il nuovo Francesco Moser? Ad oggi, il corridore azzurro ha dimostrato di avere grande talento su pista e a cronometro, ma nella sua carriera, fino ad oggi, manca almeno un trionfo in una classica monumento, ambizione che può essere alla portata del corridore piemontese. 

Filippo Ganna è un corridore che può raccogliere la sua eredità?

"E' difficile dirlo, perchè abbiamo visto tutti che in salita deve pagare qualcosa rispetto a corridori come Tadej Pogacar o Jonas Vingegaard. Filippo ha però dimostrato di avere un talento immenso nella cronometro, in quella specialità è il numero uno. All'ultimo mondiale c'è voluta una super prestazione di Remco Evenepoel per batterlo. A Filippo non manca il ritmo, gli manca un po' di fondo. Quest'anno lo attendiamo alle Olimpiadi e quindi dovrà pensare anche alla pista, ormai è un componente fondamentale del quartetto. Però non deve pensare solo alla pista: fossi in lui farei un paio d'anni correndo solo su strada, al fine di poter avere quel fondo che gli manca. Solo in questo modo se la può vedere con Mathieu Van der Poel, Wout Van Aert e tutti gli altri".

Secondo lei può ambire alle grandi corse a tappe?

"E' difficile, è proprio un fatto di fisicità. Ganna è un corridore possente fisicamente. In salita è costretto a cedere per forza di cose qualcosa agli altri corridori, ma a cronometro conosciamo tutti la sua bravura. Ci vorrebbero un paio di anni in cui si possa concentrare solo sulla strada, come dicevo prima: credo che a Filippo manchi solo il fondo per poter contrastare gli altri corridori nelle classiche. Nelle corse a tappe è molto più difficile".

Stanotte è arrivato un bel secondo posto di Viviani al Tour Down Under: è un piazzamento incoraggiante per lui?

"Sicuramente credo che Elia possa vincere qualche corsa quest'anno, ma è abbastanza in là con l'età. Credo che nel 2024 l'unico corridore italiano che può regalarci delle soddisfazioni sia Filippo Ganna: non vedo altri corridori azzurri al suo livello. Soprattutto nelle grandi corse a tappe, non abbiamo corridori che possano ben figurare ai fini della classifica generale".

Il fatto che non sia arrivato nessun invito per una squadra italiana al Tour de France che parte dall'Italia è una notizia scoraggiante per il movimento?

"Una squadra italiana in un Tour de France che parte dall'Italia ci poteva essere, ma è anche vero che le formazioni Professional straniere sono molto più attrezzate delle nostre, hanno dei corridori molto importanti. nel panorama italiano vedo molto bene la Polti-Kometa, la formazione di Ivan Basso e Alberto Contador: hanno un'ottima organizzazione ed è sicuramente un team molto promettente in ottica futura, ma ad oggi non hanno dei corridori di punta. Le altre formazioni straniere, invece, hanno molti nomi su cui puntare".

Le squadre professionistiche sono tutte in Costa Blanca a preparare la stagione: quanto è vantaggioso prepararsi con un clima mite come quello spagnolo?

"Ha molti benefici, bisogna anche dire che in quella parte della Spagna sono anche riusciti a fare una bella operazione per ospitare i corridori perchè le squadre hanno delle condizioni decisamente vantaggiose. Oggi come oggi, però, i corridori si allenano troppo secondo me. Arrivano all'inizio della stagione con tantissimi chilometri nelle gambe e molti di loro non riescono ad affrontare il finale di annata al top. Adesso come adesso sono tutti freschi, non vedono l'ora di partecipare alle corse, ma passano troppe ore in sella alla bici. Quando mi allenavo io si andava sulla riviera ligure alla fine di gennaio, prima si stava a casa: ora ci si allena già da fine dicembre. I corridori si allenano troppo e si stancano presto rispetto agli impegni previsti durante l'anno".

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Carlo Gugliotta
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