Ex Ilva, contratti nazionali e, per concludere, il tema sempre caldissimo della patrimoniale. È un Maurizio Landini battagliero come al solito e più del solito quello che, intervistato da 'Agorà Weekend' su Rai 3, mette alle strette il governo su alcuni dei nodi problematici più spinosi dell'ultimo periodo, a partire dalla situazione drammatica dell'ex Ilva di Taranto.
Sull'ex Ilva non c'è più tempo da perdere.
L'addio di Arcelor Mittal, l'impianto fermo e i lavoratori lasciati a se stessi spingono il leader Cgil a premere sull'acceleratore delle sue richieste al governo, denunciando una situazione gestita poco e male fin dal 2012.
Una situazione che rischia seriamente di comportare il tracollo per un settore che dovrebbe essere considerato strategico. Per rilanciarlo, Landini chiede esplicitamente "un intervento diretto dello Stato".
Un appello urgente che, però, non deve portare a non correggere gli errori del passato. Sono molteplici, infatti, gli ambiti sui quali è necessario un intervento, a partire dalla tutela di lavoratori e filiera produttiva - già sul piede di guerra - fino a quello ambientale.
Ma quello sull'impianto di Taranto non è l'unico fronte di scontro tra il segretario Cgil e l'esecutivo.
Durante l'intervista, Landini torna a battere forte sul tema del salario minimo, ricordando il rinnovo dei contratti nazionali che, nel 2024, riguarderà quasi 12 milioni di lavoratori e lavoratrici.
Una questione, anche questa, sulla quale sarebbe necessaria un'interlocuzione con il governo. Ma il dialogo con le forze sindacali non sembra essere all'ordine del giorno per Giorgia Meloni e i suoi sodali, con Landini che minaccia, quindi, la ripresa di una nuova stagione di mobilitazione.
Infine, una chiusura sul fisco nella quale aleggia quello che per alcuni, in Italia, è lo 'spettro' della patrimoniale.
Landini la cita solamente quando afferma che il tema è serio e non può essere discusso "come se fossimo al bar: patrimoniale sì, patrimoniale no". Nel resto del suo intervento, il sindacalista ribadisce l'intollerabile squilibrio contributivo tra il lavoro dipendente e i soggetti più agiati.
A fronte di una situazione simile, Landini parla apertamente dell'esigenza di una riforma fiscale.