Nel contesto pensionistico attuale, emerge un'opzione spesso trascurata ma estremamente vantaggiosa: l'Isopensione. Questa soluzione permette alle aziende di facilitare il prepensionamento dei dipendenti anziani, offrendo loro l'opportunità di ritirarsi dal lavoro prima rispetto ai requisiti ordinari di pensionamento. La peculiarità dell'isopensione è che la responsabilità dell'attivazione di tale meccanismo ricade sull'azienda, non sul dipendente, una dinamica che merita un'analisi dettagliata data la sua complessità e i numerosi dubbi che suscita.
L'Isopensione rappresenta quindi una soluzione di prepensionamento all'avanguardia, che si pone come alternativa ai canali tradizionali di pensionamento. Rivolta ai lavoratori che si avvicinano all'età pensionabile, sia per la pensione di vecchiaia sia per quella anticipata, questa misura consente ai dipendenti di andare in pensione fino a 7 anni prima rispetto ai requisiti standard. In particolare, l'Isopensione si rivolge a chi ha raggiunto i 60 anni di età e si trova a 7 anni dal raggiungimento dell'età pensionabile o dei requisiti contributivi per la pensione anticipata.
Recentemente è stata estesa la possibilità di pensionamento anticipato fino a 7 anni per le aziende con eccedenze di personale, validità confermata fino al 2026. L'isopensione, confermata anche per il 2024, si configura come una misura di supporto per le imprese, finalizzata a guidare i lavoratori verso la pensione. Questo strumento si affianca all'assegno straordinario fornito dai fondi di solidarietà, ampliando così l'arsenale di opzioni previdenziali a disposizione.
L'isopensione, operativa almeno fino al 2026, continua a offrire la possibilità di pensionamento anticipato di 7 anni. Originariamente concepita per un prepensionamento di 4 anni, la misura è stata estesa e confermata per un triennio ulteriore. Nata con la legge Fornero, l'isopensione si rivolge a lavoratori di aziende con un organico di almeno 15 dipendenti.
L'isopensione, disciplinata dall'articolo 4 della Legge 92/2012, è disponibile per datori di lavoro con più di 15 dipendenti. Specificatamente, mira a incentivare l'esodo di lavoratori anziani vicini all'età pensionabile o alla pensione anticipata (67 anni o 41 anni e 10 mesi).
Basata su un accordo tra Inps, sindacati e azienda, questa forma previdenziale permette dunque di anticipare fino a sette anni l'età pensionabile secondo la legge Fornero. Per accedere, è tuttavia necessario un accordo aziendale con i sindacati.
Inoltre, per accedere all'isopensione, il lavoratore deve soddisfare determinati requisiti di età e contributi. In particolare, dal 2018 al 2026, i lavoratori che mancano al massimo 7 anni all'accesso alla pensione di vecchiaia o anticipata possono usufruire di questa misura. Nel 2024, ad esempio, possono accedere i lavoratori di 60 anni e 4 mesi, che prevedono di raggiungere l'età per la pensione di vecchiaia a 67 anni e 4 mesi. Va notato che l'isopensione non è applicabile per l'erogazione della pensione con Quota 103.
Diversamente da altri strumenti pensionistici, l'isopensione richiede un'intesa tra azienda e sindacati. I lavoratori accedono a questo scivolo pensionistico solo dopo la firma dell'accordo, e sarà l'azienda a versare l'assegno di prepensionamento e i contributi previdenziali, garantendo così al lavoratore una transizione senza penalizzazioni sulla futura pensione.
L'azienda si assume quindi l'onere finanziario completo, versando ai lavoratori un assegno equivalente alla pensione per il periodo di esodo fino al completamento dei requisiti pensionistici. Inoltre, deve coprire la contribuzione correlata, essenziale per assicurare ai lavoratori i fondi pensionistici fino al raggiungimento del diritto alla pensione definitiva.
Il calcolo dell'assegno di isopensione si basa sull'importo del trattamento pensionistico che sarebbe erogato al momento dell'accesso alla prestazione. È importante sottolineare che l'assegno considera i contributi versati fino al momento dell'uscita del lavoratore dall'azienda, mentre i contributi versati dal datore di lavoro durante il periodo di esodo influenzano la pensione solo al termine dello scivolo. Di conseguenza, il valore dell'assegno è leggermente inferiore rispetto all'importo totale della pensione, dato che non include la contribuzione figurativa correlata versata durante il periodo di esodo.