Aveva 26 anni e lavorava come operaio: ecco chi è Andrea Bossi, il ragazzo trovato morto in casa a Cairate, in provincia di Varese, nella giornata di ieri, 27 gennaio. Stando ai primi accertamenti sarebbe stato ucciso a coltellate. Sul suo corpo sono state trovate, infatti, diverse ferite da arma da taglio. È caccia al suo assassino.
A dare l'allarme, dopo aver trovato il cadavere del 26enne nell'appartamento in cui viveva in via Mascheroni a Cairate, nel Varesotto, è stato il padre. Stando a quanto ricostruito finora, il ragazzo sarebbe stato accoltellato. La posizione delle ferite da arma da taglio presenti sul suo corpo e la loro profondità hanno infatti permesso di escludere un gesto volontario.
Originario di Fagnano Olona, Andrea Bossi, questo il suo nome, lavorava come operaio ed era incensurato. Nell'ultima foto pubblicata sui social, risalente al 2018, si mostrava con lo sguardo serio e la figura impostata, posando con dei contanti tra le mani e un paio di bottiglie di champagne in primo piano, come se fosse a una festa.
In passato ne aveva condivise diverse in compagnia degli amici, che ora piangono la sua morte. Chi indaga non esclude nessuna pista. E avrebbe già ascoltato i vicini di casa, per capire se abbiano notato qualcuno entrare o uscire dall'appartamento nelle ore immediatamente precedenti e seguenti il delitto.
Tra i prossimi passi potrebbe esserci l'analisi delle telecamere di videosorveglianza installate nella zona e quella dei dispositivi elettronici del ragazzo. L'obiettivo è individuare e rintracciare l'assassino. È possibile che conoscesse la vittima?, si ci chiede. Tra le ipotesi, infatti, c'è quella di un delitto passionale.
Pochi giorni fa una donna aveva trovato il corpo senza vita del figlio 45enne nell'abitazione in cui viveva ad Oltrona di San Mamette, nel Comasco, dando l'allarme. Si trattava di Manuel Millefanti. Stando a quanto ricostruito finora, sarebbe stato ucciso dall'amico con cui aveva trascorso la serata a bere, il 33enne di Appiano Gentile Luca De Bonis, con diversi precedenti per droga.
I fatti risalgono all'alba del 22 gennaio. Dopo essere stato accoltellato, Millefanti era riuscito a mettersi in contatto con i genitori. Quando era arrivata da lui, la madre l'aveva trovato morto in soggiorno e aveva immediatamente chiamato i carabinieri, indicando i suoi sospetti.
Cercando di ricostruire gli ultimi attimi di vita del 45enne i carabinieri si erano poi imbattuti in uno scatto pubblicato sui social da De Bonis, fermandolo mentre vagava per le vie di Oltrona dopo essersi disfatto dell'arma del delitto, un coltello da cucina, abbandonandolo in un casale. L'ipotesi è che, dopo essersi ubriacati, i due abbiano iniziato a litigare per futili motivi, arrivando alle mani e poi alla tragedia.
Una tragedia che a molti aveva ricordato quella che a Pesaro era costata la vita a Pierpaolo Panzieri, ucciso a coltellate dall'amico Michael Alessandrini al culmine di una lite scoppiata mentre erano a cena nell'abitazione del primo. Il secondo, fermato in Romania, è stato estradato in Italia e giudicato "seminfermo di mente".
Sembra che soffra di un disturbo di personalità, ma potrà comunque andare a processo. Dopo l'omicidio si era messo a bordo dell'auto "presa in prestito" dai genitori, con in tasca i contanti chiesti alla nonna, e si era diretto all'estero. Agli inquirenti ha detto di aver commesso il delitto per volere del dio ebraico Jhavè, ammettendo che avrebbe voluto uccidere anche altre persone.