Sono Francesco Giovinazzo e Gessica Muià, i due ragazzi morti nel grave incidente stradale verificatosi questa notte a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria. Stando a quanto ricostruito finora, c'era lui al volante dell'auto sulla quale viaggiavano insieme a un terzo giovane, rimasto gravemente ferito. Sembra che non avesse la patente.
Stavano tornando a casa dopo aver festeggiato insieme agli amici il 23esimo compleanno di lei: Francesco Giovinazzo era al volante della Fiat 500, Gessica Muià si trovava sul lato del passeggero. Dietro un terzo giovane, un cugino 20enne di lui.
Sembrava una normale serata; poi, nei pressi del centro abitato di Rosarno, a Reggio Calabria, l'auto sulla quale viaggiavano - priva di assicurazione - era improvvisamente uscita fuori strada, andando a sbattere contro un pilastro di cemento. Un impatto violentissimo, che non ha lasciato scampo ai due fidanzati, entrambi morti sul colpo.
All'arrivo dei soccorsi l'unico sopravvissuto era il ragazzo che viaggiava sul sedile posteriore della vettura, ora ricoverato in prognosi riservata al "Grande ospedale metropolitano" di Reggio Calabria in gravissime condizioni.
Nelle prossime ore, per volere della Procura di Palmi, titolare delle indagini riguardanti il drammatico sinistro, sarà sottoposto - come le vittime - all'alcol test e ai test antidroga. L'obiettivo è capire se avessero bevuto o assunto sostanze stupefacenti in grado di alternarne la lucidità. La cosa certa è una: Giovinazzo non aveva mai conseguito la patente.
Ieri, 30 gennaio, ha perso la vita all'ospedale "Ca' Foncello" di Treviso uno dei giovani motociclisti travolti lungo la Schiavonesca Marosticana, a Pagnano d'Asolo, dall'auto guidata dal 92enne Angelo Fantato. Uno schianto violentissimo, risalente al pomeriggio di domenica 28 gennaio.
L'uomo si trovava al volante della sua auto al fianco della moglie disabile quando, dopo aver accusato un malore, si era improvvisamente accasciato sul volante, perdendo il controllo del mezzo e investendo quattro dei cinque ragazzi che viaggiavano in sella a moto e scooter sul senso di marcia opposto, riunitisi per una gita.
Il più giovane, di 16 anni, non ce l'ha fatta, così come il conducente dell'auto, morto sul colpo: nonostante i tentativi dei medici, il ragazzo si è spento nel reparto di terapia intensiva dove era stato portato dopo essersi aggravato. Si chiamava Thimoty Dal Bello e aveva ancora tutta la vita davanti.
Nel ricordarlo, sui social i suoi amici si sono scagliati con ira contro l'anziano che ha provocato la sua morte, sostenendo che a una certa età non si dovrebbe più guidare. "L'intera amministrazione comunale partecipa commossa al profondo dolore della famiglia", sono state invece le parole rivolte dal sindaco Mauro Migliorini ai familiari del giovane: i genitori e le due sorelle Aurora e Sara.
Sono tante, ogni anno, le vittime mietute dalle strade italiane, spesso giovanissime. Persone che muoiono sul colpo o dopo essere state ricoverate in seguito a incidenti o investimenti gravi, a volte di rientro da occasioni di festa.
Si pensi al caso dei due fidanzati di Rosarno, ma anche a quello di Bennardo Pagano e Luigi Giallonardi, i due giovani che lo scorso novembre morirono a poco più di vent'anni in via Forlanini, a Milano, dopo essere andati a sbattere con la loro Peugeot contro due auto già ferme per via di un tamponamento lungo la carreggiata.
Sui social avevano da poco pubblicato una foto che li ritraeva insieme a una festa: sembravano felici e spensierati. Non potevano sapere quello che sarebbe successo poco dopo.