La riforma sociale 2024 è in atto, e l'ADI sembra non seguire le orme del Reddito di cittadinanza. Il governo italiano ostacola l'erogazione del nuovo sussidio, permettendo solo poche, se non sporadiche, erogazioni. Molte sono le domande ricevute che sollevano questo problema.
Accedere a un sussidio non è mai stato così difficile, come sanno bene gli ex percettori del RdC alle prese con la richiesta della Carta di inclusione. Non tutti sono convinti della validità dei nuovi ammortizzatori sociali.
Sicuramente, congelare il Reddito di cittadinanza è stato più un tentativo dettato dalla necessità di mantenere gli impegni assunti in sede di campagna elettorale.
Il governo italiano non ha affrontato le problematiche legate al vecchio sussidio, ma ha solo creato ulteriori disagi nell'introduzione di un sistema di inclusione sociale e lavorativa che rischia di non assolvere al compito per cui è stato creato.
L’impatto delle riforme sulla comunità, l’incapacità di introdurre meccanismi innovativi volti a garantire l’inserimento lavorativo, sociale e culturale sono problematiche reali, accantonate peraltro per anni.
Tirando una riga in prospettiva del quadro assistenziale italiano, modificando il sistema del welfare profondamente piegato e poco incline a generare quella prospettiva di sviluppo economico e sociale, è stata la strada non semplice su cui ripiegare.
Il passaggio dal Reddito di cittadinanza all’Assegno di inclusione, accompagnato dal Supporto per la Formazione e Lavoro, è finalizzato alla riduzione degli ammortizzatori sociali con una valutazione qualitativa e quantitativa dell’inserimento lavorativo, indispensabile per rafforzare la comunità sociale.
Il Reddito di cittadinanza era una misura improntata sull’inserimento lavorativo, anche se applicata solo su carta.
Una cosa è certa: i cambiamenti spaventano, specialmente se accompagnati da confusione e storture tra domanda, erogazione e inserimento nel mondo del lavoro. Analizziamo nel dettaglio le problematiche delle persone che si affacciano a questo nuovo strumento, partendo dai requisiti principali dettati dalla normativa vigente.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ricorda che l'Assegno di inclusione è una misura attiva dal 1° gennaio 2024, introdotta come sostegno economico e strumento di inclusione sociale e professionale.
È condizionata al possesso dei requisiti di residenza, cittadinanza e soggiorno, alla verifica dei mezzi sulla base dell'ISEE, alla situazione reddituale del beneficiario e del suo nucleo familiare, nonché all'adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa.
L'Assegno di inclusione è destinato ai nuclei familiari che abbiano almeno un componente in una delle seguenti condizioni:
L’INPS per determinare l’importo da erogare ai beneficiari, si avvale di una scala di equivalenza che tiene conto dei componenti in una delle condizioni sopra indicate, nonché del componente che svolge funzioni di cura con riferimento alla presenza di minori di 3 anni di età, di 3 o più figli minorenni ovvero di componenti con disabilità o non autosufficienti.
L’erogazione del beneficio economico è condizionato dalla presenza di diversi requisiti, incluso quelli economici di seguito riportati:
L’agitazione degli ultimi giorni pone in rilievo le difficoltà legate al rinnovo dell’ISEE per coloro che, secondo le vecchie regole, potevano procedere alla richiesta della DSU mono-componente, mentre secondo quanto spiegato da investireoggi.it, le nuove indicazioni normative portano a procedere con il nucleo familiare di origine, ovvero quello dei genitori.
Ed è questa la prima difficoltà riscontrata dai CAF o Patronati legata al rinnovo dell’ISEE. Questo, insieme ad altre condizioni, rende molto difficile l’erogazione dell’ADI.
È anche vero che il post-Reddito di cittadinanza ha messo in difficoltà molte famiglie, lasciate senza sostegno economico per il mancato innesco della prosecuzione del beneficio.
Non tutti sono riusciti nell’impresa di richiedere l’ADI e la registrazione alla piattaforma SIISL, con tanto di sottoscrizione del patto di attivazione digitale (PAD), per ottenere il beneficio senza intoppi. Sono tanti, forse troppi, i casi di disagi e motivi ostativi che hanno fatto slittare la mensilità di gennaio 2024.
Le prime difficoltà sono legate alla presenza di misure che distinguono le fasce di beneficiari in occupabili e non occupabili, mentre il Reddito di cittadinanza abbracciava indistintamente le famiglie in difficoltà economica senza distinzioni.
Alla luce dei fatti, gli occupabili in corsa per il Supporto alla Formazione al Lavoro ottengono un sostegno pari a 350 euro per 12 mesi.
A cambiare sono anche i requisiti per i nuclei familiari che richiedono l’ADI. Come detto, il beneficio viene rilasciato anche alle famiglie composte da over 60, il quale rientra nei soggetti fragili con un'applicazione diversa della scala di equivalenza, il che si traduce in ulteriori tagli.
Per il SFL viene indicata la possibilità di richiesta individuale nel nucleo familiare, ma vengono taciute le difficoltà legate a mantenere il Supporto alla Formazione e al Lavoro.