L'attesa introduzione della Plastic Tax e della Sugar Tax segna un punto di svolta significativo per l'Italia nel suo percorso verso pratiche più ecocompatibili e la promozione di uno stile di vita salutare. Previste per entrare in vigore il 1° luglio 2024, queste misure fiscali sono state progettate per stimolare un cambiamento comportamentale sia nelle aziende che nei consumatori. Tuttavia, non mancano alcune controversie in merito alla loro applicazione.
Mirando a ridurre la proliferazione di plastica monouso, la Plastic Tax impone una tassa su articoli quali contenitori, posate, e altri prodotti simili, che spesso terminano il loro ciclo vitale come rifiuti difficili da smaltire. Con una imposta di 0,45 euro per ogni chilogrammo di plastica utilizzata, l'intenzione è di incoraggiare l'innovazione e l'adozione di alternative più sostenibili.
In parallelo, la Sugar Tax si propone di affrontare il crescente problema della salute pubblica legato al consumo eccessivo di zuccheri, associato a malattie come l'obesità e il diabete di tipo 2. Attraverso la tassazione delle bevande edulcorate, si vuole incentivare i produttori a ridurre il contenuto di zucchero nei loro prodotti e i consumatori a fare scelte più consapevoli.
Le imprese si trovano di fronte alla necessità di riconsiderare le proprie catene di produzione e di distribuzione. In particolare, la Plastic Tax spinge verso la ricerca di materiali alternativi e soluzioni imballaggio innovative, mentre la Sugar Tax richiede una revisione delle formulazioni dei prodotti alimentari per contenere i livelli di zuccheri aggiunti.
La transizione richiesta dalle nuove normative implica non solo una sfida, ma anche un'opportunità per le aziende di posizionarsi come leader in sostenibilità e salute. Le strategie di adattamento vanno a includere l'investimento in ricerca e sviluppo, la riformulazione dei prodotti esistenti e l'esplorazione di nuovi mercati per alternative eco-compatibili e a basso contenuto zuccherino.
Il cammino verso l'effettiva applicazione di queste tasse si rivela però tortuoso, caratterizzato da numerosi rinvii e dall'assenza di direttive attuative dettagliate.
Infatti, nonostante l’obiettivo benefico che c’è dietro l’applicazione di queste due tasse, l'applicazione e l'interpretazione di queste normative hanno sollevato numerose questioni, evidenziate dalla circolare di Assonime n. 2 del 2 febbraio 2024.
La Plastic Tax mira a ridurre l'uso di manufatti di plastica monouso (MACSI) attraverso un'imposta specifica. L'obiettivo è disincentivare l'impiego di plastica, un materiale altamente inquinante e difficile da riciclare. Assonime ha sollevato preoccupazioni riguardo all'ambiguità nell'applicazione di questa tassa, sia per i produttori italiani che per quelli esteri che vendono i loro prodotti in Italia. La questione centrale riguarda la necessità di evitare una doppia imposizione fiscale, che potrebbe derivare da una interpretazione poco chiara delle normative.
Similmente, la Sugar Tax punta a contrastare il consumo eccessivo di bevande zuccherate, collegate a un aumento dei casi di obesità e diabete. Anche per questa imposta, Assonime ha espresso la necessità di chiarimenti normativi, soprattutto per quanto riguarda l'identificazione dei soggetti obbligati e gli adempimenti necessari. La mancanza di direttive chiare rischia di complicare l'applicazione dell'imposta e di influenzare negativamente il settore delle bevande analcoliche.
Anche ASSOBIBE, l’associazione che rappresenta i produttori di bibite analcoliche, hanno segnalato alcune controversie. La Plastic Tax, in particolare, solleva preoccupazioni per le imprese produttrici di bibite, che vedranno aumentare la fiscalità su ogni litro di prodotto, con ripercussioni negative su mercato, investimenti e acquisti di materie prime.
A tal proposito, la ASSOBIBE ha voluto fornirci alcune precisazioni, che ora andremo a sintetizzare, in particolar modo sottolineando alcune controversie che caratterizzano le due imposte e che noi abbiamo genericamente sintetizzato.
Per quanto riguarda la plastic tax, l’associazione ha evidenziato che l'industria delle bevande enfatizza l'uso di imballaggi in plastica, specialmente il PET, per la sua infrangibilità, sicurezza nel trasporto e riciclabilità al 100%. Questi imballaggi leggeri riducono l'impronta di CO2 e ottimizzano lo spazio di trasporto, permettendo di caricare un numero significativamente maggiore di preforme PET rispetto al vetro, e di conseguenza, ridurre il traffico di camion. L'Italia si distingue in Europa per l'eccellenza nella gestione dei rifiuti, con il 73% di riciclo degli imballaggi in plastica ed è da puntualizzare il fatto che le aziende si impegnino per imballaggi completamente riciclabili e aumentano l'uso di plastica riciclata.
In merito alla Sugar Tax, nonostante questa colpisca tutte le bevande dolci, limitando l'innovazione, ASSOBIBE riferisce che l'industria ha ridotto significativamente lo zucchero nelle bevande analcoliche (-41%) e incrementato l'offerta di opzioni sugar-free. L'Italia, con il consumo più basso di soft drinks in Europa, dimostra che la riduzione dell'impatto ambientale e sanitario richiede non solo l'impegno delle aziende ma anche una corretta educazione al riciclo e scelte di vita sane. Le aziende, infatti, continuano a promuovere la sostenibilità e la salute, sperando in misure che favoriscano l'innovazione anziché imporre ulteriori tasse.
Entrambe le tasse soffrono di un ritardo nell'adozione dei provvedimenti attuativi. Questa situazione genera incertezza tra le aziende, che si trovano a dover navigare in un contesto normativo incompleto a pochi mesi dall'entrata in vigore delle imposte. La mancanza di informazioni precise su come inserire queste tasse nelle fatture di cessione e di acquisto è solo un esempio delle difficoltà operative che le imprese sono costrette ad affrontare.