Nelle misure rientranti nel pacchetto famiglia del 2024, c’è anche una novità sul congedo di maternità e, nel testo, andremo a vedere a quanto ammonta. I genitori, quest’anno, potranno beneficiare di un’indennità maggiore, rispetto allo scorso anno e lo stesso periodo si allunga: il congedo si amplia di un ulteriore mese.
Una delle principali attività dell’Inps consiste nel garantire una copertura economica, durante gli eventi che costringono il lavoratore dipendente ad assentarsi dal posto di lavoro. Una di queste situazioni è la nascita di un figlio.
Vediamo come cambia il congedo di maternità nel 2024 e a quanto ammonta.
In linea generale, il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativa dal lavoro concesso ai genitori.
Il congedo parentale spetta ai genitori lavoratori dipendenti, sia pubblici sia privati, inclusi i lavoratori naviganti, marittimi e dell’aviazione civile, ex IPSEMA.
Sono solo esclusi i genitori:
Il congedo spetta ai genitori per un periodo complessivo di 10 mesi, elevabili a 11 nel caso in cui il padre si astenga dal lavoro per un periodo, continuativo o frazionato, di almeno 3 mesi. Il periodo può essere anche fruito contemporaneamente, a condizione che non venga superato il limite di 11 mesi.
Il nuovo periodo di congedo potrà essere richiesto dalla madre lavoratrice, ma anche dal padre, alternativamente, entro i primi sei anni di vita del figlio.
In Italia, ad oggi, sono previsti 5 mesi di congedo di maternità, retribuiti al 100%. Si aggiungono, poi, altri 10 mesi di congedo parentali che sono retribuiti al 30%.
La Legge di Bilancio del 2023 ha previsto che per uno di questi 10 mesi la retribuzione spettante possa essere elevata all’80%.
La Legge di Bilancio del 2024 innalza al 60% la retribuzione per uno degli altri mesi di congedo parentale, retribuzione che per il 2024 sarà ulteriormente elevata all’80%.
Quindi, i genitori potranno beneficiare di 10 mesi di congedo così retribuiti:
Per il 2024, l’indennità sarà elevata dal 60% all’80% della retribuzione lorda. Bisogna tenere presente che, spesso, la contrattazione collettiva prevede un’integrazione a carico del datore di lavoro, affinché venga ridotta al minimo la differenza tra lo stipendio solitamente percepito e l’indennità di maternità.
L’Inps si fa carico dell’indennità pari all’80% della retribuzione media giornaliera, che si calcola sulla base dell’ultimo mese lavorato precedente all’inizio del congedo.
Cosa vuol dire retribuzione media giornaliera? Si tratta dell’importo che si ottiene da un breve calcolo: la retribuzione media giornaliera si ottiene dividendo per 30 l’importo totale della retribuzione del mese precedente a quello nel corso del quale ha avuto inizio il congedo.
Nell’importo, inoltre, devono essere aggiunti anche il rateo della tredicesima mensilità e, eventualmente, anche i trattamenti accessori.
Il datore di lavoro anticipa l’indennità dell’Inps a tutti i lavoratori, con le stesse modalità e scadenze.
Sono escluse le suddette categorie:
Alle suddette categorie, l’indennità viene corrisposta direttamente dall’Inps, con bonifico postale o con l’accredito sul conto corrente, bancario o postale.