Nonostante l'arresto e la morte, prosegue lo smantellamento della rete criminale del boss mafioso Matteo Messina Denaro, con l'arresto dei due figli del suo autista. L'accusa per i due è di favoreggiamento.
Una latitanza di oltre trent'anni non si costruisce senza una fitta ramificazione di connivenze e collaboratori, capaci di occultare i propri movimenti.
Lo sapeva bene Matteo Messina Denaro, uno dei grandi boss della mafia siciliana, che su questo ha costruito la sua abilità nel tenersi lontano dagli occhi vigili delle forze dell'ordine. Al punto che, dopo mesi dalla sua cattura e dalla sua morte - avvenuta il 25 settembre 2023 - ci sono ancora alcuni suoi complici che finiscono in manette.
È la sorte toccata ai fratelli Antonino e Vincenzo Luppino, arrestati dai carabinieri del Comando provinciale di Trapani e dai poliziotti del Servizio centrale operativo, proprio con l'accusa di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena. Accuse aggravate dal fatto che, con le loro azioni, i due hanno portato un vantaggio alle attività criminali di Cosa nostra.
I due sono i figli dell'autista di Messina Denaro, Giovanni Salvatore Luppino, arrestato insieme al boss al momento della sua cattura, mentre lo stava accompagnando alla clinica 'La Maddalena' di Palermo per dei controlli, e recentemente condannato a 14 anni e 4 mesi, anche lui per favoreggiamento.
Sulla base delle indagini condotte dagli inquirenti per ricostruire la rete di collaboratori del boss, è emerso che i due avrebbero assistito Messina Denaro soprattutto nelle comunicazioni con l'esterno, con cui il boss manteneva il controllo sulle sue attività criminali.
In particolare, come sostenuto dal gip di Palermo, Alfredo Montalto, nel periodo dell'intervento chirurgico subito da Messina Denaro nel 2021.
L'attività dei due fratelli prevedeva una serie di mansioni: