È stata colta di sorpresa e accoltellata alla gola nel garage di casa a Bolzano, sopravvivendo per miracolo: ecco chi è Waltraud Kranebitter Auer. I sospetti degli inquirenti si concentrano sul genero, un cittadino di origine nigeriana residente in Germania, che mal aveva sopportato il ritorno in Italia della moglie e dei figli dopo la separazione.
Waltraud Kranebitter Auer ha 61 anni. Originaria dell'Austria, da tempo vive e lavora a Bolzano, dove ha uno studio come fisioterapista in via dei Vanga. È un punto di riferimento per chi soffre di dolori alla cercivale e alla schiena, ma anche per le neomamme, a cui offre corsi pre e post parto sulla cura del pavimento pelvico.
Lo scorso 13 febbraio è stata colta di sorpresa nel garage dell'abitazione che condivide con il marito e accoltellata alla gola, riuscendo a sopravvivere per miracolo. Sembra che il suo aggressore avesse fatto scattare la corrente elettrica per attirarla vicino al contatore e che poi l'abbia colpita, lasciandola a terra in una pozza di sangue.
A dare l'allarme, dopo aver notato il suo corpo sul pavimento, era stato un vicino di casa. I sospetti degli inquirenti si concentrano sul genero, un cittadino nigeriano residente in Germania: sembra che la moglie, la figlia della 61enne, fosse temporaneamente tornata a vivere insieme ai genitori nell'abitazione del delitto perché erano in fase di separazione.
Voleva allontanare da lui i suoi figli. Non poteva sapere che avrebbe messo a rischio la vita della madre, ora ricoverata in gravi condizioni. "Non è in pericolo di vita, ma siamo comunque spaventati", ha dichiarato il marito ai microfoni di Pomeriggio Cinque, spiegando che "è difficile dire con certezza" se dietro l'agguato si nasconda il genero. "Nostra figlia era tornata a Bolzano e lui non era d'accordo, ma non aveva mai avuto comportamenti violenti o oppressivi", ha aggiunto.
Risulta però che la donna si fosse rivolta a un centro antiviolenza: temeva reazioni da parte dell'ex marito.
Mentre i carabinieri della compagnia di Bolzano indagano per fare luce sull'accaduto, resta ricoverata in rianimazione la 57enne che negli scorsi giorni è stata aggredita dal nipote a Riva Trigoso, nel comune di Sestri Levante, a Genova.
Si chiama Albertina Frediani e da molti è conosciuta perché una delle sorelle fu uccisa dal padre Giuseppe "Pinin" nel 1995. Il nipote, Christian, è stato fermato e trasferito nel carcere di Marassi, dove domani, 16 febbraio, incontrerà il gip in presenza del suo avvocato difensore, nominato d'ufficio.
Sembra che se la sia presa anche con la madre, l'altra sorella di Albertina, al culmine di una lite scoppiata con le due nella loro abitazione di via Libertà. Resta ignoto il movente: nonostante alcuni piccoli precedenti con la giustizia, il 43enne non aveva infatti mai dato problemi in casa.
La sua storia ha anticipato di qualche giorno quella, tragica, di Gioia Sannitica, in provincia di Caserta, dove un 19enne ha aggredito con un coltello da cucina i due fratelli maggiori, di 22 e 24 anni, ferendo gravemente il primo e uccidendo il secondo.
Nelle scorse ore è stato rintracciato dopo essersi dato alla fuga e arrestato con le accuse di tentato omicidio e omicidio volontario: sembra che stessero litigando mentre la madre era assente e che, approfittando di un momento di distrazione degli altri due, abbia impugnato l'arma, cogliendoli di sorpresa. Le esatte dinamiche dell'accaduto sono in corso di accertamento da parte dei carabinieri.