A pochi giorni dalla fine della 74esima edizione del Festival di Sanremo, abbiamo voluto incontrare alcuni degli ex protagonisti nella storia della kermesse canora di mamma Rai. Tra questi anche Serena Abrami, cantautrice che canta e scrive canzoni fin da bambina e da anni diffonde la sua musica grazie al supporto di musicisti affiatati.
Nel 2011 si è piazzata al quarto posto di "Sanremo Giovani" con il brano "Lontano da tutto" (ha vinto Raphael Gualazzi con Follia d'amore), che porta la firma di Niccolò Fabi, e ha debuttato con il disco omonimo, appoggiato discograficamente da Ivano Fossati che, rimasto colpito dalla sua vocalità, nel 2010 ha scritto per lei la canzone "Tutto da rifare". Serena ha condiviso il palco e collaborato con numerosi artisti, in particolare Max Gazzè, Luca Barbarossa, Musica Nuda e Rocco Papaleo, regista del videoclip di "Lontano da tutto".
Esattamente 13 anni fa Serena Abrami ha partecipato al Festival di Sanremo 2011 nella categoria Nuove Proposte. Tag24 l'ha contattata per ricordare questa esperienza e per parlare dei suoi nuovi progetti musicali.
Visto che si respira ancora l'aria sanremese, facciamo un passo indietro al 2011: tre cose che assolutamente non dimenticherai dell'esperienza al Festival di Sanremo?
La quantità di interviste condensate nella settimane ed il relativo sballottamento da una parte all'altra (arrivavo all'esibizione ogni sera stanchissima), gli abiti di Stella McCartney, i miei genitori e mia sorella che seguono dalla camera dell'albergo a Sanremo le dirette.
Cosa consigli ai giovanissimi che ogni anno provano Sanremo Giovani ed Area Sanremo?
Di pensare ai contenuti del loro progetto e pensare a quella possibilità come un eventuale tappa in più... mai come obiettivo (per me non lo è stato mai, anche perché altrimenti avrei smesso di fare musica, invece mai come ora sono appagata da quello che sto indagando artisticamente).
Se potessi dare un consiglio a Serena Abrami nel 2011 invece cosa le consiglieresti?
Per quella settimana, mi consiglierei di impormi maggiormente nell'avere momenti di calma, per non essere sembra sballottata in giro oppure, ora che lo so, di viversela come quello che è, ma dando meno peso a tutto.
Dal 2005 ad oggi hai pubblicato molti brani, dischi, ma c'è stato un momento in cui hai pensato di smettere con la musica e se sì perché?
No, non ho mai pensato. La musica è parte di me, al di là della mera "professione" (non sempre riconosciuta). Poi bisogna trovare un modo per arrivare a fine mese, mai svendendo quello che si e questo si è che faticosa. Tuttavia l'indagine nei processi creativi, scrivere, studiare, mettermi in gioco con musica e teatro è qualcosa da cui non posso fare a meno.
Vuoi parlarci del progetto LEDA?
I Leda sono una band, che viene definita alternative rock. Abbiamo edito due album, ci sono dentro le partecipazioni di Paolo Benvegnù e Marino Severini (Gang). Abbiamo chiuso l'anno suonando ed ora abbiamo preso un momento di pausa perché a breve saremo coinvolti per il secondo anno nella scrittura e nella composizione delle musiche dal vivo dell'in fieri "Don Chisciotte ad ardere" del Teatro delle Albe su commissione Ravenna Festival.
Nei prossimi mesi dove ti vedremo/ascolteremo?
Oltre ai Leda c' è tanto altro. Con il chitarrista della band, Enrico Vitali, ho un'altra formazione, un trio di matrice anglofona di cui siamo ultimando l'album di esordio. Poi, sempre con il Teatro delle Albe sono coinvolta in un altro spettacolo sugli scritti giornalistici di Testori, dove canto testi che vanno dall'Iran all'Armenia. E proprio in giorni giorni, sono in residenza per la nuova produzione del regista Pietro Babina. Insomma, tutto ruota attorno alla musica.