È stato investito da un autobus mentre tentava di raggiungerlo e fermarlo per prenderlo al volo con degli amici; stando a quanto riferito dal padre al Corriere della Sera, "aveva appena trovato lavoro": ecco chi è il 19enne di origini marocchine Zaccaria Belatik e cosa gli è successo.
I fatti risalgono alla giornata di ieri, 18 febbraio. Attorno alle 8.40 del mattino il 19enne si trovava in compagnia di alcuni amici in piazzale Marconi, a Bergamo, quando è stato travolto dall'autobus che doveva prendere e che stava cercando di raggiungere e fermare mentre spingeva un monopattino a mano.
Si chiamava Zaccaria Belatik ed era di origini marocchine. Insieme alla famiglia viveva a Brembate di Sopra, il piccolo comune della Bergamasca salito alla ribalta delle cronache per l'omicidio della 13enne Yara Gambirasio, consumatosi nel 2010.
Appassionato di sport - praticava kickboxing -, si era diplomato in un istituto tecnico e da un paio di mesi aveva trovato lavoro come operaio per un'azienda di Brembate che produce e lavora materie plastiche, ottenendo l'abilitazione per guidare il muletto.
L'inizio di una nuova vita, stroncata giovanissima da un incidente verificatosi in pochi attimi. "Cinque minuti prima stavamo ridendo insieme", ha raccontato un 17enne che era con lui al momento dei fatti. "Poi...".
Zaccaria e i suoi amici avrebbero dovuto raggiungere un locale in zona Borgo Palazzo per fare colazione. Erano in attesa del tram, che sarebbe passato di lì a 10 minuti, quando, vedendo il bus fermo, avevano deciso di mettersi a correre per tentare di raggiungerlo.
Il 19enne era davanti e sarebbe stato investito dal bus in ripartenza, venendo trascinato per circa sette metri sull'asfalto. L'autista, un 55enne, stava guardando a sinistra per immettersi nel traffico e non sarebbe riuscito a vederlo in tempo per frenare.
All'arrivo dei soccorsi, che non avevano potuto far altro che constatare il decesso del giovane, l'uomo era stato portato al pronto soccorso sotto choc, come gli amici di Zaccaria, che inermi hanno assistito a tutta la scena. "Eravamo come fratelli", dicono ora.
La sua salma, che è stata portata all'ospedale Papa Giovanni, verrà inviata in Marocco. Lo ha fatto sapere il padre del giovane, che oltre a lui lascia la madre, un fratello e una sorella più piccoli.
Qualche giorno fa nel Trevigiano era morta in seguito a un grave incidente stradale la 25enne Chiara Bortoletto, originaria di Oderzo. Sembra che fosse alla guida dell'auto del ragazzo che era con lei, una Mazda 5x5, quando, per motivi ancora da accertare, avrebbe perso il controllo del mezzo, venendo sbalzata insieme al giovane, di 23, in un fossato colmo d'acqua a bordo strada.
Lui si era salvato, venendo trasferito in ospedale in elicottero. Per lei non c'era stato, invece, niente da fare. Dopo essersi diplomata all'Istituto Besta aveva trovato lavoro come segreteria per una ditta di Breganze, nel Vicentino. Prima però aveva trascorso un periodo formativo all'estero.
Aveva ancora tutta la vita davanti, come Francesco Giovinazzo e Gessica Muià, i due fidanzati di 23 anni morti a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, dopo essere andati a sbattere con la loro auto, una Fiat 500, contro un pilastro di cemento. A guidare di rientro da una festa era il ragazzo, che non aveva mai preso la patente.
Con loro c'era anche il cugino di 20 anni, miracolosamente sopravvissuto all'impatto e trasferito al Grande ospedale metropolitano per tutte le cure del caso.