21 Feb, 2024 - 21:29

Dichiarazione Iva 2024: chi sono gli esclusi

Dichiarazione Iva 2024: chi sono gli esclusi

Al via la nuova stagione di presentazione della dichiarazione Iva 2024, al quale sono tenuti un gran numero di contribuenti, ma chi sono gli esclusi? Non tutti, infatti, sono tenuti ad adempiere all’obbligo della presentazione della dichiarazione Iva.

La dichiarazione deve essere inviata entro il 29 febbraio 2024 o il 30 aprile 2024. La prima scadenza riguarda i contribuenti che non trasmettono la liquidazione periodica Iva, relativa al quarto trimestre del 2023. La seconda scadenza, invece, riguarda tutti coloro che inviano la liquidazione, in modo indipendente.

Nel testo, ci soffermeremo principalmente su chi sono i soggetti esclusi dall’adempimento.

Quando si presenta la dichiarazione Iva 2024

I soggetti Iva, ovvero tutti coloro che hanno aperto la partita Iva, devono presentare annualmente la dichiarazione Iva, con alcune esclusioni.

La dichiarazione Iva è un modello attraverso cui i contribuenti titolari di Partita Iva che esercitano attività d’impresa, arte o professioni indicano tutte le operazioni attive e passive, riferite all’anno d’imposta precedente. Quindi, nel 2024, si considerano le operazioni Iva del 2023.

La dichiarazione Iva deve essere inviata tra il 1° febbraio e il 30 aprile 2024, solo ed esclusivamente per via telematica. Le modalità di trasmissione sono le seguenti:

  • Direttamente dal dichiarante;
  • Tramite un intermediario;
  • Tramite altri soggetti incaricati.

Chi è esonerato dalla presentazione della dichiarazione Iva

Non sono tenuti alla presentazione della dichiarazione Iva 2024 i soggetti che per legge non hanno l’obbligo. I primi tra tutti sono i titolari Partita Iva in regime forfettario e quelli appartenenti ad altri regimi di favore o agevolati che non richiedono alcun adempimento Iva.

Oltre ai forfettari, sono anche esclusi i contribuenti che hanno compiuto durante l’anno di imposta esclusivamente operazioni esenti.

Ci sono anche ben altri contribuenti non tenuti ad adempiere all’invio della dichiarazione Iva.

Sono esclusi:

  • I contribuenti che si sono avvalsi del regime di vantaggio;
  • Gli agricoltori con un volume d’affari inferiore a 7000 euro;
  • Gli esercenti attività di intrattenimento che versano l’Iva forfettaria sulla base imponibile dell’imposta sugli intrattenimenti;
  • Le imprese che mettono a disposizione biliardi, biliardini, slot machine, bowling, noleggio go kart, utilizzo ludico di strumenti multimediali;
  • Chi concede in locazione l’azienda e, quindi, non ha effettuato alcuna operazione di cessione dei beni e prestazioni di servizi;
  • I soggetti che non hanno stabile localizzazione in Italia in quanto residenti in altri Paesi dell’Unione Europea;
  • Gli operatori Extra Ue che sono localizzati in Italia solo per gli adempimenti riguardanti i servizi di telecomunicazione, tele-radiodiffusione, elettronici, resi a committenti non soggetti passivi domiciliati o residenti in Italia o altro Stato membro.

Cosa succede se non si presenta la dichiarazione Iva

La dichiarazione Iva, come abbiamo già detto, deve essere presentata dal 1° febbraio al 30 aprile 2024. Un lasso di tempo abbastanza generoso.

Entro il 29 febbraio 2024, sono tenuti alla presentazione del modello i contribuenti che non presentano la comunicazione Lipe. Questi soggetti, di conseguenza, presentano solo la dichiarazione Iva, nella quale devono essere inseriti anche i dati relativi alle operazioni relative al quarto trimestre del 2023. Tutti gli altri hanno più tempo per presentare la dichiarazione: i termini si chiudono il 30 aprile 2024.

Cosa succede se non si presenta entro i termini? Sono ammesse le presentazioni entro 90 giorni dalla scadenza dei termini, con l’applicazione di una sanzione da 250 euro e 2000 euro.

Inoltre, se dalla dichiarazione emergono debiti, viene applicata anche una sanzione per l’omesso versamento. La sanzione, in questo caso, è pari al 30% dell’imposta non versata.

Se la dichiarazione Iva viene presentata dopo i 90 giorni, allora viene considerata omessa. In questo caso, si va incontro a sanzioni più salate che variano dal 120% al 240% rispetto alla somma non versata.

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Sara Bellanza
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