Che fine hanno fatto Manuel Foffo e Marco Prato? Dove si trovano oggi? Nella notte tra il 3 e il 4 marzo del 2016 si macchiarono dell'omicidio del 23enne Luca Varani al culmine di un festino a base di alcol e droga di diversi giorni: il primo è stato condannato a 30 anni di reclusione; il secondo è morto suicida nel carcere in cui era detenuto, a Velletri, in attesa della sentenza.
Nel 2016 avevano rispettivamente 28 e 29 anni d'età: Manuel Foffo era iscritto all'università, ma da un po' non dava esami, né lavorava. Circa un anno prima era stato fermato perché aveva provocato un incidente: era ubriaco e i carabinieri avevano deciso di togliergli la patente, che aveva riottenuto dopo aver superato l'ultimo test su alcol e droga in ospedale, come da prassi.
Marco Prato era invece un noto organizzatore di eventi: figlio di Ledo Prato, manager culturale e all'epoca consulente del Mibac, il ministero dei Beni culturali oggi rinominato Mic, era dichiaratamente omosessuale e aveva un debole per gli etero. Spesso li convinceva ad avere rapporti in cambio di droga: in molti hanno raccontato che era un abile dialogatore. In molti hanno parlato di lui come di un "manipolatore".
Si erano conosciuti a Capodanno e all'inizio di marzo di quell'anno si erano dati appuntamento per bere e consumare cocaina. Era il giorno 2. Per ore e ore, stando alle ricostruzioni, assunsero alcol e droga senza freni all'interno dell'appartamento di Manuel Foffo dove, nella notte tra il 3 e il 4 marzo, uccisero, dopo averlo drogato e torturato, il 23enne Luca Varani, che avevano invitato perché, a loro dire, "si prostituiva".
Un omicidio brutale e senza senso, che poco dopo aveva portato entrambi in carcere: Manuel Foffo è stato condannato a 30 anni con rito abbreviato; Marco Prato, che già subito dopo i fatti aveva tentato il suicidio ingerendo dei farmaci nella stanza di un hotel in zona piazza Bologna, si è tolto la vita nel 2017, prima che il processo a suo carico potesse iniziare, sostenendo in un biglietto lasciato ai posteri di non poter reggere il clamore mediatico suscitato dalla vicenda che aveva coinvolto lui e il suo complice.
Foffo e Prato si sono sempre accusati a vicenda. Stando alle ricostruzioni, avrebbero però partecipato di comune accordo all'omicidio, facendo addirittura sesso accanto al corpo martoriato della vittima. Foffo si trova nel carcere di Rebibbia e dovrà restarci ancora per molto tempo. Nel corso di uno dei primi interrogatori davanti al pm ammise di aver fatto una "cosa terribile e agghiacciante".
"Non so come potrò mai scusarmi con i genitori di Luca", disse. In un'intervista rilasciata in tv poco dopo il suo arresto il padre Valter, noto assicuratore, lo aveva definito "un figlio modello", scatenando le polemiche. Gli esperti che hanno studiato il suo caso sono ormai concordi nell'ammettere che se non avesse incontrato Prato - e se Prato non avesse incontrato lui - forse Luca Varani non sarebbe morto.
Significa che nessuno dei due, senza l'altro, avrebbe ucciso: furono le loro personalità problematiche, incastrandosi, a scatenare la loro furia omicida, insieme all'abuso di alcol e sostanze. E al posto di Luca Varani avrebbe potuto esserci chiunque altro: lo scelsero tra i contatti che avevano sul cellulare, attirandolo con la promessa di soldi e drofa, dopo essere usciti di casa in auto alla ricerca di persone da sacrificare. Dei ragazzi li seguirono ma riuscirono a fuggire prima che fosse troppo tardi. Luca invece pagò la sua ingenuità con la morte.