Concedere un prestito a un amico è perfettamente legale, purché si eviti di praticare tassi di interesse eccessivi, mantenendosi entro i limiti stabiliti dal ministero dell'Economia. Va sottolineato che questa attività non può essere svolta in modo professionale o continuativo, prerogativa riservata agli istituti di credito. Tuttavia, il prestito occasionale, che sia remunerativo o gratuito, è indubbiamente consentito e regolato dal Codice civile, che lo denomina "mutuo", termine spesso associato esclusivamente ai prestiti bancari.
Una volta chiarito che il prestito tra privati, che siano amici, parenti o estranei, è legittimo, sorge spesso una domanda cruciale: c'è un limite o un controllo sulle somme prestabili? Oltre una determinata soglia, si rischia di commettere un reato?
La legge non impone alcun tetto all'importo prestabile in un mutuo tra privati. Quindi, in teoria, è possibile concedere qualsiasi somma di denaro, persino un milione di euro, a condizione che si abbia la volontà e le risorse necessarie.
Le restrizioni riguardano principalmente le modalità di erogazione del prestito, piuttosto che l'ammontare stesso. Gli istituti di credito, ad esempio, devono rispettare criteri di rating per garantire la stabilità finanziaria, limitando l'erogazione a un massimo dell'80% del valore del bene ipotecato nel caso di mutuo fondiario.
Una volta confermato che tra privati è possibile prestare qualsiasi somma, è essenziale considerare alcune limitazioni relative alle modalità di erogazione. In particolare, nel caso di versamenti in contanti, l'importo non deve superare la soglia di tracciabilità stabilita dalla normativa, fissata a 4.999,99 euro; al di sopra di questa cifra, è obbligatorio utilizzare strumenti tracciabili come bonifici bancari o assegni.
Come detto, se la somma del prestito supera i 5000 euro bisogna utilizzare un metodo tracciabile come il bonifico. Teoricamente non vi sono limiti per quanto riguarda la somma da erogare, ma è bene prestare attenzione alla causale del bonifico e soprattutto a rispettare la normativa sul tasso d'interesse.
Nel caso di un prestito gratuito, noto come "prestito infruttifero", questa questione non sussiste. Al contrario, se il prestito è a pagamento, denominato "prestito fruttifero", è importante non prevedere tassi di interesse eccessivamente alti, altrimenti si potrebbe incorrere nell'accusa di usura. La soglia degli interessi considerata "legale" è stabilita periodicamente tramite decreto del ministero dell'Economia e delle Finanze, a cui è opportuno fare riferimento.
La legge non impone l'utilizzo di una forma documentale, pertanto un prestito basato su un accordo verbale può essere considerato legittimo. Il mutuo si perfeziona nel momento in cui viene erogata la somma, indipendentemente dalla firma di un contratto. Ciò implica che il ricevente del prestito è legalmente obbligato a restituirlo anche senza la sottoscrizione di un tradizionale "foglio di carta".
La forma scritta diventa necessaria solo se il prestito prevede interessi superiori alla misura legale. Indubbiamente, il contratto scritto fornisce un'ulteriore sicurezza al prestatore, documentando accordi relativi al tasso di interesse e alla scadenza del rimborso. Inoltre, il contratto costituisce una prova documentale che permette al creditore, in caso di mancato adempimento da parte del debitore, di richiedere al giudice l'emissione di un decreto ingiuntivo, evitando così il processo ordinario, noto per essere lungo e dispendioso.