Si toglie i sassolini dalle scarpe il leader di Azione, Carlo Calenda, sulla Basilicata. Non ci sta a sentirsi dire di essere un voltagabbana ne dai cinquestelle, ne dal Pd.
Dopo l'annuncio di appoggiare la corsa alle Regionali lucane del Forzista Vito Bardi, a seguito di giorni di tentennamenti e falliti tentativi di mediazione con il Partito Democratico, l'ex ministro continua a sostenere che non c'è stato dialogo con la segretaria Schlein:
Riprende il filone che lo ha sempre accompagnato e che non ha mai gradito, le decisioni prese dal Movimento a suo dire 'populista':
Anche se qualcuno parla di opera di convincimento da parte di Antonio Tajani, leader di Forza Italia e ministro degli Esteri, che ha fatto schierare il partito di Azione a sostegno del candidato di centrodestra Vito Bardi, Calenda rigetta anche questa teoria: Bardi è stato scelto perché moderato e capace dai suoi.
Incalzato dai cronisti di Tag24 il leader di Azione, Carlo Calenda precisa su quanto affermano adesso nel Centrodestra, ovvero che il vero campo largo sia il loro che:
Infine Calenda difende il suo consigliere ed ex presidente della Regione, Marcello Pittella, accusato di aver fatto uno scivolone: Pittella in un audio choc definisce il trattamento riservato al partito di Azione simile a quello degli ebrei nei lager.
I contenuti dell’audio che avrebbe dovuto restare riservato sono stati diffusi dal quotidiano La Repubblica generando immediatamente la condanna per le parole utilizzate dal referente di Azione in Basilicata. Parole forti, per le quali Marcello Pittella si è poi subito scusato.
Anche per questo Calenda lo difende e annuncia che lo candiderà: