La sicurezza sul posto di lavoro rappresenta una tematica di primaria importanza, spesso oggetto di dibattito pubblico e di giurisprudenza, la cui rilevanza è ulteriormente accentuata dai recenti dati pubblicati dall'Inail. Questi ultimi riflettono una situazione preoccupante relativa ai primi due mesi del 2024, segnalando un marcato incremento degli incidenti e delle vittime sul lavoro rispetto all'anno precedente. I dati relativi ai morti sul lavoro sottolineano con urgenza quale intervento sia necessario compiere sul tema della sicurezza sul posto di lavoro.
I numeri parlano chiaro: nei primi due mesi del 2024, le denunce di infortunio sul lavoro ammontano a 92.711, segnando un incremento del 7,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Questa crescita va a indicare una frequenza maggiore degli incidenti, sollevando anche interrogativi sulla qualità delle misure di sicurezza adottate nei luoghi di lavoro.
La distribuzione dei casi mortali evidenzia un aumento sia per gli infortuni avvenuti in occasione di lavoro che per quelli in itinere, con particolare enfasi sull'industria, i servizi e l'agricoltura.
Particolarmente allarmante è il dato relativo alle vittime sul lavoro, che nel 2024 ha raggiunto il numero di 119 nei soli primi due mesi, con un aumento del 19% rispetto all'anno precedente.
Le patologie di origine professionale rappresentano un altro indicatore critico della situazione della sicurezza sul lavoro. Nel 2024, si è registrato un aumento del 35,6%, con 14.099 denunce. Questo aumento risulta ancor più marcato se confrontato con gli anni precedenti, con le patologie del sistema osteo-muscolare, del sistema nervoso e dell’orecchio che continuano a dominare le statistiche.
Rispetto al 2019, il numero totale di denunce di infortunio sul lavoro ha visto una diminuzione del 7,4%, suggerendo una tendenza generale al miglioramento. Tuttavia, il numero di morti sul lavoro nel 2024 rappresenta il picco più alto dal periodo pre-pandemico.
L'analisi dei dati mostra significative disparità regionali: il Sud Italia e il Nord Est hanno registrato il maggiore aumento del numero di morti sul lavoro, rispetto al resto del Nord Italia e al Centro.
La Lombardia, in contrasto, ha registrato il maggior numero di morti in termini assoluti, con 8 morti in più rispetto all’anno scorso. Seguono la Campania e la Provincia Autonoma di Bolzano, entrambe con 6 morti in più, il Lazio e la Sicilia, rispettivamente con 5 e 4 vittime in più. Alcune regioni, come il Veneto e il Piemonte, hanno invece visto un calo nei numeri di vittime, rispettivamente 8 e 6.
Un miglioramento si registra nel Centro Italia, dove le vittime sono state due in meno rispetto ai primi due mesi del 2023 (da 23 morti sul lavoro si è passati a 21 vittime).
La maggioranza delle vittime degli infortuni sul lavoro sono uomini, con una predominanza nella fascia d’età tra i 45 e i 54 anni, seguita dalla fascia 30-39 anni e 65-74 anni. Gli uomini hanno visto un incremento di 17 vittime rispetto all’anno scorso (da 93 a 110), mentre il numero delle vittime donne è salito da 7 a 9.
I dati preliminari del 2024 sollecitano una riflessione critica sulle strategie di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali in Italia. La crescente incidenza di questi fenomeni registrata dai recenti dati Inail, evidenzia un impegno rinnovato per la sicurezza sul lavoro, con la necessità di implementare politiche efficaci che possano ridurre i rischi per i lavoratori in tutti i settori.