07 Apr, 2024 - 13:00

Quando spetta il risarcimento per stress lavorativo

Quando spetta il risarcimento per stress lavorativo

Il fenomeno dello straining o stress lavorativo o, ancora, stress lavoro correlato può sfociare in sindromi ansiose e depressive e, in alcuni casi, spetta il risarcimento.

Nel mondo del lavoro, ci sono sempre state pressioni, nuovi obiettivi da raggiungere per fare carriera, ore e straordinari insostenibili. In alcuni casi, molti lavoratori si sono ritrovati proprio a fare i conti con lo stress lavorativo.

Cosa fare in questi casi? Vediamo come deve comportarsi il lavoratore dipendente, quando può chiedere il risarcimento e come avviare la causa di servizio.

Cos’è e quando si verifica lo straining?

Lo straining, ovvero lo stress lavorativo prolungato, solo con il tempo, ha guadagnato attenzione e riconoscimento nella giurisprudenza italiana.

Come si manifesta? Si tratta di un fenomeno che trascende il normale affaticamento e, con il tempo, produce effetti nocivi per la salute del lavoratore.

In particolar modo, si manifesta nel momento in cui i carichi eccessivi di lavoro, gli orari insostenibili diventano fonte di stanchezza cronica.

Le conseguenti più frequenti sono lo stress, l’ansia, la diminuzione della produttività e i disturbi del sonno.

Sono situazioni che non dovrebbero accadere, in quanto il datore di lavoro ha l’obbligo di proteggere l’integrità dei propri dipendenti.

L’ambiente di lavoro, in linea di massima, può essere definito come una tela di relazione e interazioni. Il datore di lavoro deve saper tessere la tela, attuando un’attenta gestione per prevenire l’insorgere di qualsivoglia dinamica dannosa. In questo scenario, a tratti complesso, lo stress lavorativo non si configura come una semplice pressione sul lavoro, ma si manifesta con una serie di campanelli d’allarme.

Come si dimostra lo stress lavorativo?

Abbiamo appena detto che lo stress sul lavoro si manifesta tramite diversi segnali d’allarme. Uno di questi potrebbe essere il cambiamento comportamentale e cognitivo del lavoratore.

Si tratta di uno dei tanti indicatori che non dovrebbero essere ignorati, non solo per la richiesta di un risarcimento danni all’azienda, ma perché potrebbero solo essere la punta dell’iceberg di problematiche più profonde che necessitano di un intervento immediato.

Alcune condizioni possono anche peggiorare la situazione come, per esempio, la privazione prolungata delle proprie mansioni oppure l’isolamento professionale.

Per la richiesta di un eventuale risarcimento dei danni, lo stress lavorativo si dimostra presentando un’apposita certificazione medica, comprovante la condizione di stress del lavoratore. Inoltre, potrebbe essere molto utile anche l’eventuale testimonianza di altri lavoratori.

Quando spetta il risarcimento per stress lavorativo?

Quando lo stress lavorativo compromette il benessere, allora il lavoratore ha diritto a richiedere il risarcimento del danno.

In questo caso, non si deve necessariamente dimostrare una situazione di mobbing sul lavoro. La Cassazione ha stabilito che anche qualora non sussistano prove di mobbing il lavoratore ha comunque diritto al risarcimento del danno.

Cosa deve fare il lavoratore? Deve solo poter dimostrare, tramite la documentazione necessaria, che il proprio malessere è una diretta conseguenza delle condizioni di lavoro.
In questo caso, si deve dimostrare il cosiddetto rapporto di causalità, ovvero che la condizione di stress sia direttamente causata dal lavoro.

In quali casi si può avviare la causa di servizio

Quando si intende intraprendere una causa di servizio contro l’azienda, sono necessari alcuni specifici documenti:

  • Il certificato medico attestante la condizione di stress lavoro-correlato;
  • Qualunque prova o testimonianza che evidenzi le condizioni di lavoro.

In diversi casi, la giurisprudenza ha riconosciuto il diritto al risarcimento per malattie professionali derivanti da stress lavorativo.

Come abbiamo già spiegato, il datore di lavoro deve garantire un ambiente lavorativo sereno, in grado di favorire il pieno sviluppo delle professionalità.

Il diritto alla salute è fondamentale e inviolabile sia come diritto individuale di ogni cittadino-lavoratore che come valore imprescindibile per la collettività.

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Sara Bellanza
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