L'indennità di disoccupazione NASPI può facilitare la pensione? La Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego (NASpI) viene erogata dall'INPS su richiesta e spetta ai lavoratori che hanno perso il lavoro per cause indipendenti dalla propria volontà.
La pensione viene concessa al lavoratore che soddisfa i requisiti per l'accesso al trattamento e ne presenta domanda. Pertanto, il lavoratore che ha i requisiti anagrafici e contributivi necessari, e che rientra nelle condizioni previste, ha diritto alla pensione. La presenza della NASPI potrebbe agevolare l'accesso alla pensione, vediamo come.
Per molti lavoratori, percepire la NASPI significa poter contare su un sussidio mensile durante il periodo di ricerca di un nuovo impiego. Per altri, invece, potrebbe rappresentare l'accesso a un trattamento economico previdenziale.
Il lavoratore che ha usufruito della NASPI può accedere ad almeno tre opzioni previdenziali, a condizione che soddisfi pienamente i requisiti della misura utilizzata per anticipare il pensionamento. Vediamo le principali:
Il governo italiano, nella legge di Bilancio 2024, ha introdotto alcune modifiche per la pensione anticipata. Nello specifico, l'INPS, nella circolare n. 35 del 20 febbraio 2024, ha recepito le indicazioni normative predisponendo i nuovi requisiti in vigore fino al 31 dicembre 2024.
L'accesso all'Ape Sociale avviene a 63 anni e 5 mesi con almeno 30 anni di versamenti. La misura richiede la cessazione involontaria del rapporto di lavoro.
In particolare, possono accedere all'anticipo pensionistico i lavoratori che hanno raggiunto il requisito anagrafico e contributivo e si trovano in stato di disoccupazione a seguito della cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale (articolo 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604).
È importante sottolineare che l'accesso al trattamento viene riconosciuto se il lavoratore ha esaurito integralmente il periodo di percezione della NASPI, per almeno 18 mesi, e ha accumulato un'anzianità contributiva di almeno 30 anni.
L'assegno mensile erogato viene pagato fino al raggiungimento dell'età pensionabile ordinaria, cioè fino a 67 anni di età. L'importo è calcolato sulla base della NASPI percepita, fino a un massimo di 1.500 euro.
I lavoratori precoci che sono stati beneficiari della NASPI possono richiedere l'accesso alla pensione con 41 anni di versamenti contributivi.
La prestazione economica erogata dall'INPS, previa presentazione di due domande separate (una di verifica e l'altra di pensionamento), spetta a coloro che hanno accumulato almeno 12 mesi di contribuzione effettiva prima del compimento del 19° anno di età.
Possono accedere a questo trattamento i lavoratori che soddisfano tali requisiti e rientrano nelle condizioni indicate dalla legge, entro il 31 dicembre 2026.
Per i beneficiari della NASPI, la misura richiede lo stato di disoccupazione a seguito della cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale (articolo 7, legge 15 luglio 1966, n. 604).
È importante sottolineare che l'accesso al trattamento viene riconosciuto se il lavoratore ha completato il periodo di percezione della NASPI, per almeno tre mesi, e ha accumulato un'anzianità contributiva di almeno 41 anni.
Nella legge di Bilancio 2024, sono state introdotte nuove modifiche per ottenere l'Opzione donna. Nello specifico, le lavoratrici devono soddisfare diversi requisiti, tra cui:
L'accesso al trattamento è riservato alle lavoratrici invalide, caregiver e licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d'impresa. L'assegno viene calcolato integralmente con il sistema contributivo."