Vessazioni, umiliazioni, punizioni corporali, pestaggi di gruppo. Maltrattamenti e, in alcuni casi, vere e proprie torture ai danni di detenuti minorenni, rinchiusi nel carcere Cesare Beccaria di Milano: tredici agenti della polizia penitenziaria sono stati arrestati e altri otto sono stati invece sospesi dal servizio.
Drammatiche le testimonianze delle presunte vittime. "Perdevo sangue dalla bocca e dal naso e in quattro continuavano a picchiarmi" ha raccontato un giovane detenuto.
La custodia cautelare in carcere, eseguita dalla Polizia di Stato e il Nucleo Investigativo Regionale per la Lombardia della Polizia Penitenziaria, è stata disposta nei confronti di tredici agenti, dodici dei quali tuttora in servizio nell’Istituto Penale Minorile 'Cesare Beccaria' di Milano.
Mentre la misura della sospensione dall’esercizio di pubblici uffici è scattata nei ulteriori di otto dipendenti dello stesso corpo di polizia.
Diversi i reati contestati a vario titolo dalla Procura della Repubblica commessi, secondo le indagini, a partire dal 2022. Ossia maltrattamenti in danno di minori; concorso nel reato di tortura, anche mediante omissione, aggravato dall’abuso di potere del pubblico ufficiale e dalla circostanza di aver commesso il fatto in danno di minori. Nonché concorso nel reato di lesioni in danno di minori e concorso nel reato di falso ideologico. Contestata anche una tentata violenza sessuale di un agente nei confronti di un detenuto.
L’indagine è partita da segnalazioni all’Autorità giudiziaria, anche attraverso il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale. E' stata quindi portata avanti mediante intercettazioni e acquisizione delle telecamere interne all’istituto penitenziario.
Lo ha dichiarato il procuratore di Milano Marcello Viola, all'inizio del confronto con i giornalisti. Gli inquirenti hanno spiegato che le presunte vittime di violenze venivano ammanettate durante i pestaggi. La pm Stagnaro ha anche evidenziato come esistesse "un ufficio preposto" in cui i detenuti minorenni venivano picchiati.
"C’era un sistema di violenze radicato secondo la gip di Milano Stefania Donadeo, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare.
scrive ancora la gip.
Uno dei detenuti sarebbe stato picchiato da 10 agenti, riporta l'ordinanza: i fatti risalirebbero al 9 novembre 2023.
Stando a quanto emerso, un agente gli avrebbe spruzzato dello spray al peperoncino negli occhi, mentre i colleghi lo aggredivano con calci e pugni facendolo cadere a terra e insultandolo. "Sei un figlio di pu***a, tua madre è una t***a, sei un clandestino, ti faccio vedere io come fare il figlio di pu****a", urlavano.
Una volta steso a terra, secondo la ricostruzione degli inquirenti, gli agenti procedevano ad ammanettarlo e continuavano a colpirlo. Fino a portarlo in una cella al primo piano, dove il pestaggio andava avanti con botte al viso e sul naso.
Un'altra delle presunte vittime ha tentato la fuga di Natale nel 2022. Le violenze sul giovane- evaso e rintracciato dalle forze dell'ordine assieme agli altri sei- sarebbero avvenute prima e quindi non è escluso che la situazione all'interno dell'istituto possa aver avuto un ruolo nell'evasione.
Una delle giovani, presunte vittime dei maltrattamenti nel carcere Beccaria ha messo a verbale le violenze subite dopo aver chiesto un accendino all'agente Danilo. Il pestaggio sarebbe avvenuto nell'ufficio del capoposto, privo di telecamere.
è la sua drammatica testimonianza.
Il racconto poi prosegue:
Il ragazzo avrebbe anche chiesto di essere portato in ospedale ma la risposta è stata negativa, perché non avevano la scorta. Del resto si era meritato quello che era successo.
Diversi i detenuti che hanno raccontato le violenze subite. Un altro- che sarebbe stato picchiato nel novembre del 2002 da sette agenti- ha riferito di aver prima ricevuto uno schiaffo, poi un pugno, quindi
Francesco Ferone, ex comandante al Beccaria, avrebbe
A renderlo noto è la gip Stefania Donadeo nell’ordinanza di custodia cautelare: Ferone risulta indagato per falso.
In un'intercettazione è infatti emerso questo dettaglio, riferito da uno degli agenti finito in manette a Francesco Pennisi, dirigente aggiunto della Polizia Penitenziaria in pensione e segretario nazionale del sindacato Sappe.
Secondo le sue parole, il Comandante Ferone li salvava da "episodi spiacevoli", mentre la nuova comandante Manuela Federico "non guardava in faccia a nessuno".
Il sindaco di Milano Beppe Sala ha commentato la notizia degli arresti e delle sospensioni, affermando che non può ancora esprimere giudizi "precisi". Tuttavia, ha sottolineato
"Sgomenti e increduli". Questo lo stato d'animo riferito da Gennarino De Fazio, segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria. Dichiarando "incondizionata fiducia negli inquirenti" e auspicando che si faccia piena luce sulla vicenda ha affermato che, a prescindere dall'esito dell'inchiesta,
la disfunzionalità conclamata del sistema carcere non garantisce né custodi né custoditi e anzi incattivisce le coscienze generando e alimentando violenze e atrocità talvolta da ambo le parti delle inferriate.
De Fazio richiama la necessità di "riforme immediate" e un decreto carceri con "procedure d'urgenza" in modo da mettere in sicurezza il sistema.
Nel carcere di Avellino, solo pochi giorni fa, ad essere aggrediti sono stati il cappellano e un'ispettrice, poi ricoverata al Pronto Soccorso.