22 Apr, 2024 - 17:38

Milano, maltrattamenti nel carcere minorile Beccaria, arrestati tredici agenti: "Sistema di violenze radicato, detenuti ammanettati durante i pestaggi"

Milano, maltrattamenti nel carcere minorile Beccaria, arrestati tredici agenti: "Sistema di violenze radicato, detenuti ammanettati durante i pestaggi"

Vessazioni, umiliazioni, punizioni corporali, pestaggi di gruppo. Maltrattamenti e, in alcuni casi, vere e proprie torture ai danni di detenuti minorenni, rinchiusi nel carcere Cesare Beccaria di Milano: tredici agenti della polizia penitenziaria sono stati arrestati e altri otto sono stati invece sospesi dal servizio.

Drammatiche le testimonianze delle presunte vittime. "Perdevo sangue dalla bocca e dal naso e in quattro continuavano a picchiarmi" ha raccontato un giovane detenuto.

Maltrattamenti nel carcere minorile Beccaria a Milano, arrestati tredici agenti della Polizia Penitenziaria

La custodia cautelare in carcere, eseguita dalla Polizia di Stato e il Nucleo Investigativo Regionale per la Lombardia della Polizia Penitenziaria, è stata disposta nei confronti di tredici agenti, dodici dei quali tuttora in servizio nell’Istituto Penale Minorile 'Cesare Beccaria' di Milano.

Mentre la misura della sospensione dall’esercizio di pubblici uffici è scattata nei ulteriori di otto dipendenti dello stesso corpo di polizia.

Diversi i reati contestati a vario titolo dalla Procura della Repubblica commessi, secondo le indagini, a partire dal 2022. Ossia maltrattamenti in danno di minori; concorso nel reato di tortura, anche mediante omissione, aggravato dall’abuso di potere del pubblico ufficiale e dalla circostanza di aver commesso il fatto in danno di minori. Nonché concorso nel reato di lesioni in danno di minori e concorso nel reato di falso ideologico. Contestata anche una tentata violenza sessuale di un agente nei confronti di un detenuto.

L’indagine è partita da segnalazioni all’Autorità giudiziaria, anche attraverso il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale. E' stata quindi portata avanti mediante intercettazioni e acquisizione delle telecamere interne all’istituto penitenziario.

Il gip di Milano: "Un ufficio preposto per i pestaggi"

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E' una conferenza stampa che non avremmo voluto mai tenere, una vicenda dolorosa e una brutta pagina per le istituzioni.

Lo ha dichiarato il procuratore di Milano Marcello Viola, all'inizio del confronto con i giornalisti. Gli inquirenti hanno spiegato che le presunte vittime di violenze venivano ammanettate durante i pestaggi. La pm Stagnaro ha anche evidenziato come esistesse "un ufficio preposto" in cui i detenuti minorenni venivano picchiati.

"C’era un sistema di violenze radicato secondo la gip di Milano Stefania Donadeo, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare.

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Dalle conversazioni emerge la totale naturalezza con cui gli agenti custodia commentano i pestaggi e le conseguenze delle loro azioni sui minori detenuti. Tutte le prove analizzate hanno consentito di accertare l'esistenza all'interno dell'Istituto penale minorile Cesare Beccaria di un sistema consolidato di violenze reiterate, vessazioni, punizioni corporali, umiliazioni e pestaggi di gruppo realizzati dagli indagati appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria ai danni dei detenuti minorenni

scrive ancora la gip.

Uno dei detenuti sarebbe stato picchiato da 10 agenti, riporta l'ordinanza: i fatti risalirebbero al 9 novembre 2023.

Stando a quanto emerso, un agente gli avrebbe spruzzato dello spray al peperoncino negli occhi, mentre i colleghi lo aggredivano con calci e pugni facendolo cadere a terra e insultandolo. "Sei un figlio di pu***a, tua madre è una t***a, sei un clandestino, ti faccio vedere io come fare il figlio di pu****a", urlavano.

Una volta steso a terra, secondo la ricostruzione degli inquirenti, gli agenti procedevano ad ammanettarlo e continuavano a colpirlo. Fino a portarlo in una cella al primo piano, dove il pestaggio andava avanti con botte al viso e sul naso.

Un'altra delle presunte vittime ha tentato la fuga di Natale nel 2022. Le violenze sul giovane- evaso e rintracciato dalle forze dell'ordine assieme agli altri sei- sarebbero avvenute prima e quindi non è escluso che la situazione all'interno dell'istituto possa aver avuto un ruolo nell'evasione.

Le testimonianze dei detenuti

Una delle giovani, presunte vittime dei maltrattamenti nel carcere Beccaria ha messo a verbale le violenze subite dopo aver chiesto un accendino all'agente Danilo. Il pestaggio sarebbe avvenuto nell'ufficio del capoposto, privo di telecamere.

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Non so perché se l'è presa. Dopo che ho detto 'sta cosa, mi ha tirato lo schiaffo, io non è che ho reagito, mi sono solo spostato per non farmi mettere le mani addosso. Dopo che l'ho spostato hanno iniziato ad aggredirmi tutti quanto riempiendomi di calci e pugni, buttandomi anche per terra con lesioni qua sulla spalla e mi sono alzato pieno di sangue, cioè qua dalla bocca perdevo sangue, occhio viola, bernoccoli qua… Un po' mi facevano male le ossa delle costole, la schiena. Poi mi hanno portato in bagno, mi fanno ‘Figlio di puttana vedi di sciacquarti perché se no te ne diamo altre. Vedi di muoverti. Adesso non devi rompere più i co*****i

è la sua drammatica testimonianza.

Il racconto poi prosegue:

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Ero dalla parte del muro e i 4 assistenti erano intorno a me. Dopo che ho risposto all'assistente mi è arrivato uno schiaffo da Danilo. L'ho solo spostato e allora sono stato aggredito. Simone mi ha dato un pugno nell'occhio destro, poi sono partiti anche gli altri. Danilo mi ha preso per il collo e mi ha buttato a terra a pancia in giù. Io piangevo perché mi hanno dato tante botte. Mi hanno anche insultato. Erano circa le 22.00. Perdevo sangue dalla bocca e anche altri hanno visto (...) mi hanno sollevato di forza e mi hanno portato in bagno.

Il ragazzo avrebbe anche chiesto di essere portato in ospedale ma la risposta è stata negativa, perché non avevano la scorta. Del resto si era meritato quello che era successo.

Diversi i detenuti che hanno raccontato le violenze subite. Un altro- che sarebbe stato picchiato nel novembre del 2002 da sette agenti- ha riferito di aver prima ricevuto uno schiaffo, poi un pugno, quindi

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il terzo colpo è stato nelle parti intime e da lì ho visto tutto nero (…) l'ultima cosa che mi ricordo è che mi ha sputato addosso.

L'ex comandante del carcere "avrebbe coperto le violenze"

Francesco Ferone, ex comandante al Beccaria, avrebbe

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agevolato, contribuito, favorito e coperto le condotte violente integranti i ripetuti maltrattamenti anche attraverso false relazioni di servizio.

A renderlo noto è la gip Stefania Donadeo nell’ordinanza di custodia cautelare: Ferone risulta indagato per falso.

In un'intercettazione è infatti emerso questo dettaglio, riferito da uno degli agenti finito in manette a Francesco Pennisi, dirigente aggiunto della Polizia Penitenziaria in pensione e segretario nazionale del sindacato Sappe.

Secondo le sue parole, il Comandante Ferone li salvava da "episodi spiacevoli", mentre la nuova comandante Manuela Federico "non guardava in faccia a nessuno".

Il sindaco di Milano Sala: "Carcere abbandonato per anni"

Il sindaco di Milano Beppe Sala ha commentato la notizia degli arresti e delle sospensioni, affermando che non può ancora esprimere giudizi "precisi". Tuttavia, ha sottolineato

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il Beccaria è stato abbandonato per anni e anni, senza una direzione. Per cui è chiaro che certe cose possono succedere. Possono, ma non dovrebbero. Vedremo cosa uscirà da questa indagine.

"Sgomenti e increduli". Questo lo stato d'animo riferito da Gennarino De Fazio, segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria. Dichiarando "incondizionata fiducia negli inquirenti" e auspicando che si faccia piena luce sulla vicenda ha affermato che, a prescindere dall'esito dell'inchiesta,

la disfunzionalità conclamata del sistema carcere non garantisce né custodi né custoditi e anzi incattivisce le coscienze generando e alimentando violenze e atrocità talvolta da ambo le parti delle inferriate.

De Fazio richiama la necessità di "riforme immediate" e un decreto carceri con "procedure d'urgenza" in modo da mettere in sicurezza il sistema.

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Tra suicidi, 32 tra i detenuti e 4 tra gli agenti dall'inizio dell'anno, omicidi e violenze, non se ne può più. Il ministro Carlo Nordio e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni almeno questa volta evitino le passerelle e aprano immediatamente un confronto serio, noi siamo come sempre pronti a offrire il nostro contributo di idee.

Nel carcere di Avellino, solo pochi giorni fa, ad essere aggrediti sono stati il cappellano e un'ispettrice, poi ricoverata al Pronto Soccorso.

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Mariangela Celiberti
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