Il certificato di malattia telematico o, in alcuni casi, cartaceo è un documento che deve essere fornito dal lavoratore per avere diritto all’indennità di malattia. Inviare il certificato medico è obbligatorio, pena il rischio di incorrere in provvedimenti disciplinari.
Spieghiamo come ottenere il certificato, a cosa serve e quali sono tutti gli adempimenti a carico del lavoratore.
Il lavoratore dipendente, per avere diritto all’indennità di malattia, deve presentare al datore di lavoro il certificato di malattia su cui sono indicati l’inizio e la fine del periodo di malattia.
Come ottenerlo? Il dipendente deve informare il datore di lavoro dell’assenza, inviando la comunicazione tramite e-mail o facendo una telefonata. In mancanza di tale comunicazione, allora l’assenza viene considerata ingiustificata.
Una volta fatto questo primo passo, il lavoratore deve contattare il proprio medico per la predisposizione del certificato. Il medico effettuerà la visita al dipendente e alla conclusione redigerà il certificato.
Durante il periodo di malattia, il dipendente ha il diritto a conservare il proprio posto di lavoro. Il datore di lavoro non può licenziarlo entro quello che viene definito il periodo di comporto.
Inoltre, il lavoratore ha diritto a percepire comunque la retribuzione oppure una qualche forma di prestazione assistenziale, per l’intera durata del periodo di malattia.
Quelli che abbiamo appena elencato sono i diritti del lavoratore. Ma ha anche alcuni doveri. Se con il vecchio certificato di malattia cartaceo, il lavoratore doveva assicurarsi solo di far pervenire o inviare l’attestazione sia all’Inps che al datore di lavoro, con l’attuale sistema telematico, deve prestare molta più attenzione e aver maggior cura degli adempimenti da eseguire.
Il dipendente deve comunicare all’azienda la sua assenza e fornire anche il proprio indirizzo di reperibilità, qualora sia diverso dalla residenza o dal domicilio. Lo stesso recapito dovrà essere comunicato sia al medico che ha redatto il certificato di malattia che all’Inps.
Fino a non molti anni fa, si utilizzavano solo i certificati cartacei. Successivamente, con la digitalizzazione sono stati sostituti da quelli telematici.
In alcuni casi, per chi se lo chiedesse si possono ancora inviare i certificati di malattia cartacei. L’Inps, con il messaggio n. 9197/2011 ha fornito tutti i chiarimenti necessari. Solo nel momento in cui non è possibile l’invio telematico del certificato di malattia, allora le strutture territoriali devono accettare la documentazione cartacea. Questa deve essere inviata secondo le modalità vigenti prima dell’entrata in vigore dell’invio telematico.
A meno delle eccezioni, il certificato deve essere inviato obbligatoriamente per via telematica.
L’Inps riconosce il periodo di malattia dal giorno di rilascio del certificato medico. Il medico non può giustificare i giorni precedenti la visita, a meno che non si tratti di un certificato che è stato redatto dopo una visita domiciliare.
Se il certificato viene redatto dal medico di continuità assistenziale, allora si può giustificare anche il giorno precedente la visita.
Qualora che la certificazione di malattia venga inviata in ritardo, l’Inps considera come indennizzabili solo i primi due giorni di mancata comunicazione e non anche i giorni successivi. Ciò fin quando non verrà inviata la certificazione.
Se l’assenza dal lavoro non viene comunicata o se la comunicazione viene effettuata in ritardo rispetto ai termini indicati dal contratto collettivo di riferimento, allora il lavoratore rischia di incorrere in sanzioni.
Ci sono anche casi in cui non si rischiano sanzioni disciplinari, ovvero quando la comunicazione non viene inviata a causa di forze maggiori.