Partirà domani, 28 aprile 2024, il corteo "Together and with a united voice, for Toomaj's Freedom" da Piazza della Rotonda a Roma per chiedere la scarcerazione senza condizioni della "voce dell'Iran", il rapper Toomaj Salehi. Il 33enne, infatti è stato condannato alla pena capitale per impiccagione da un tribunale minore del Paese.
Ha solo 33 anni e molto ancora da dire, il cantante rap Toomaj Salehi, arrestato lo scorso ottobre 2022 dopo aver pubblicamente parlato contro il regime iraniano. Il ragazzo, infatti, è diventato la "voce" del Paese per aver cantato nei suoi testi di libertà, diritti, ingiustizie politiche e sociali ed essersi scagliato contro gli ayatollah, Guide supreme dell'Iran.
È proprio con le sue canzoni che Salehi ha sostenuto le cause civili che hanno sconvolto il Paese, dall'uccisione della giovanissima ragazza curda Mahsa Amini, la 22enne arrestata perché "portava il velo in maniera impropria" secondo la polizia morale.
A dare la notizia della condanna del giovane rapper, il suo avvocato Amir Raesian che mercoledì 24 aprile ha rilasciato una dichiarazione al quotidiano iraniano Sharq. Immediata la reazione a livello mondiale: organizzate mobilitazioni e manifestazioni contro la decisione del tribunale.
A Roma, domani 28 aprile, a partire dalle ore 15:00, partirà il corteo in solidarietà di Toomaj Salehi da Piazza della Rotonda.
Torturato e abusato in carcere, ma mai spezzato, Toomaj Salehi continua a far sentire la propria voce anche durante la prigionia a Isfhan. I suoi fan hanno lanciato appelli e coniato l'hashtag #SaveToomaj, che negli ultimi due giorni è diventato virale.
Da quando gli ayatollah hanno ordinato una stretta sulle regole sociali, le sorti del cantante diventano drammatiche, nonostante lui cerchi di tranquillizzare quanti lo sostengono. Assurde per i suoi numerosissimi ammiratori le accuse che gli sono state rivolte. Propaganda contro il sistema, disturbo della quiete pubblica, incitamento alla violenza, complicità con i nemici esterni all'Iran e, infine, corruzione sulla terra.
Imputazioni che i suoi fan, in maggioranza della generazione Z, chiedono di rovesciare perché leggi dettate da un clero al potere intollerante sui diritti civili e sulle regole sociali. Accanto ai ragazzi e alle ragazze iraniani, però, anche le più alte Organizzazioni e Istituzioni di tutto il mondo si sono schierate al fianco di Salehi.