Ad aprire le polemiche è stato un post di Susanna Ceccardi, europarlamentare della Lega uscente nonché ricandidata dal partito di Salvini, che ha messo a confronto un suo primo piano con quello della segretaria del Pd Elly Schlein. Il post è stato notato da Selvaggia Lucarelli, che subito l’ha bollato come caso di body shaming. Ieri, poi, è stata la volta del vicepresidente di Fratelli d’Italia Napoli, Luigi Rispoli: su X, ha affiancato l’immagine della ricostruzione del volto di una donna di Neanderthal a quella della leader dem con la scritta separate alla nascita. Quest’ultimo, ora, si è scusato. Ha cancellato il post e gettato la croce su un suo collaboratore. Ma il caso che scalda la campagna elettorale per le europee dell’8 e 9 giugno prossimi, naturalmente, rimane. Anche perchè il Pd lo utilizza al volo per attaccare le nomine del ministro Sangiuliano, una delle quali premia proprio Rispoli.
Sia Ceccardi che Rispoli, dopo essere stati accusati di body shaming nei confronti di Elly Schlein, anche lei impegnata in prima persona in questa campagna elettorale, hanno tentato di fare un passo indietro. Quello dei due che ci ha provato di più è, però, Rispoli affidandosi a queste parole::
Susanna Ceccardi, invece, si è affidata al sarcasmo: sui social, stamattina, ha pubblicato un altro post con un disegno di sua figlia che la ritrae:
Come dire: l’eurodeputata leghista di 37 anni originaria di Pisa crede che le critiche che le sono piombate addosso, in primis dalla Lucarelli, siano esagerate. Fatto sta che, mettendo a confronto un suo primo piano con quello della Schlein, in realtà, ha ripreso lo stesso schema che sui social aveva utilizzato già due giorni prima mettendosi accanto a Ilaria Salis, candidata all’europarlamento con Avs. La leghista, in entrambi i casi, ha scritto: O me…o lei!. Per il post dedicato alla Salis, poi, solo un generico A voi la scelta! Anche se non ho dubbi…. Nel caso della Schlein, invece, questo:
Davanti a tutto questo, a protestare per prima è stata la capogruppo Pd in commissione Cultura della Camera, Irene Manzi. Decidendo, però, di tirare in ballo, soprattutto dopo il post di Rispoli, il ministro della Cultura:
La stessa esponente dei dem, poi, ha stigmatizzato il post di Rispoli con queste parole: