Ma il Movimento Cinque Stelle a che gruppo aderirà una volta eletti dei suoi esponenti all’europarlamento? Questa mattina, gli inviati della stampa estera in Italia hanno fatto questa domanda semplice semplice al loro leader Giuseppe Conte, intervenuto in occasione della loro conferenza stampa. Ma si sono accorti che la risposta da dare a questa domanda, a dieci anni dal debutto dei pentastellati nelle assisi di Bruxelles e Strasburgo, è ancora ardua da dare.
Nel 2014, quando il Movimento Cinque Stelle ha fatto il suo esordio nel Parlamento Europeo, Beppe Grillo cercò ospitalità, dopo il fallimento del matrimonio prima con i Verdi e poi coi liberali, addirittura al gruppo di chi era per antonomasia contro l’Unione Europea, tant’è che all’epoca era capitanato dal leader della Brexit Nigel Farage. Poi, dopo la comunione con il gruppo EFDD, nel 2017, i Cinque Stelle hanno tentato di accorparsi con i partiti nazionali che si riconoscono nell’ALDE, il gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa. Venendo a cinque anni fa, invece, in occasione dell’apertura dell’ultima legislazione europea, i Cinque Stelle scelsero ancora la casa dell’EFDD. Tuttavia, dei 14 eurodeputati che il Movimento riuscì ad eleggere (conquistando nel 2019 il 17,1% dei consensi italiani), a fine legislazione, anche per questa difficoltà di trovare una identità politica stabile, ne sono rimasti solo cinque.
E ora? Ora, con la leadership di Giuseppe Conte, chi in Italia voterà Movimento Cinque Stelle quale gruppo politico europeo andrà a rafforzare? Queste le parole dell’ex premier di oggi:
Come dire: sebbene siano ormai lontani i tempi in cui il Movimento si descriveva né di destra né di sinistra, il rischio di ritrovarsi senza una famiglia politica europea è ancora tutto da scongiurare.
Ma tant’è: oggi, alla stampa estera, lo stesso Giuseppe Conte ha lanciato una sua proposta di legge sull’incandidabilità di chi già ricopre altri ruoli politici:
Poi Conte, in tal senso, pur se si sono candidati alle prossime europee quasi tutti i leader di partito, da Tajani a Renzi, da Calenda alla Schlein, ha puntato il dito in particolare contro la Meloni:
In ogni caso, per contrastare questo stato di cose, il leader del Movimento 5 Stelle ha annunciato la sua proposta di legge: