Arriva il nuovo atto di indirizzo che contiene gli aumenti degli stipendi dei dipendenti della Pubblica amministrazione degli Enti locali, con incrementi in busta paga di 118 euro al mese al lordo. Gli incrementi delle retribuzioni rientrano nel rinnovo del contratto della Pubblica amministrazione per il nuovo triennio dal 2022 al 2024.
In tutto, sono interessati al rinnovo contrattuale 403.633 lavoratori alle dipendenze delle Regioni, delle Province, dei Comuni e degli altri Enti locali. Per tutti si attendono gli esiti delle trattative che si terranno all'Aran, l'agenzia deputata dal governo per contrattare il rinnovo con i sindacati. Il via alle trattative, dopo l'emanazione dell'atto di indirizzo, avverrà da qui a un mese.
Quello degli Enti locali e territoriali è il secondo contratto per il quale sono iniziate le trattative, dopo quello che interessa gli infermieri e i dipendenti tecnici del comparto della Sanità. Si consideri che l'urgenza del rinnovo del contratto di questo comparto è dettato anche dalla circostanza che i dipendenti non hanno ricevuto, nella busta paga di dicembre 2023, l'anticipo dell'indennità di vacanza contrattuale rivalutata per tutto l'anno 2024, come successo per i dipendenti di altri comparti pubblici.
L'Aran ha acquisito il nuovo atto di indirizzo per il rinnovo del contratto 2022-2024 del comparto degli Enti pubblici e territoriali, che include i dipendenti di Regioni, Province e Comuni. Il documento è basilare per le trattative che si porteranno avanti all'Aran, l'agenzia che per il governo dovrà arrivare a un accordo con i sindacati. Di aumento degli stipendi se ne parla con incrementi da quantificare in 118 euro al lordo mensili.
Tra le novità riportate nell'atto di indirizzo, emergono nuovi criteri di quantificazione delle indennità spettanti per l'elevata qualificazione dei dipendenti destinatari di incarichi di questo tipo. Il documento richiede di intervenire in modo da impiegare "tutti i margini utili per potenziare l'interesse all'impiego negli enti", reperendo le risorse laddove le vecchie posizioni organizzative e gli "spazi assunzionali" lo consentano.
Ulteriore questione che il comparto degli Enti locali dovrà affrontare è quella del ridimensionamento dei lavoratori impiegati. L'attuale numero di 403.633 lavoratori alle dipendenze proviene da un recente ridimensionamento del 6,1 per cento rispetto al precedente rinnovo del contratto della Pubblica amministrazione (triennio dal 2019 al 2021), a sua volta ancora in perdita rispetto al precedente rinnovo (dal 2016 al 2018) del 13,6 per cento.
Soluzioni, in tal senso, dovranno essere prese per rendere la professione e i concorsi pubblici di questo comparto più attrattivi. E, in questo processo, la razionalizzazione delle risorse per assicurare indennità adeguate alle elevate qualificazioni può essere un primo passaggio in vista della definizione del welfare integrativo.
In rapporto agli aumenti degli stipendi dei lavoratori si evidenzia che gli incrementi in busta paga sono ben al di sotto di quelli spettanti agli infermieri e ai tecnici del settore sanitario per i quali, una settimana fa, erano stati definiti 158 euro al mese in più nel cedolino. C'è una disparità di risorse stanziate ai due comparti (982,33 milioni di euro per gli Enti locali, 581.148 infermieri e tecnici dipendenti della sanità di cui si parla.
L'aumento delle buste paga di 158 euro mensili al lordo rappresenta un incremento dello stipendio del 6,32 per cento, con un montante di incremento della retribuzione di circa 2.060 euro all'anno. In realtà, all'inizio delle trattative all'Aran lo scorso 20 marzo, la somme inizialmente stanziata per il comparto della sanità era pari a 125 euro lordi mensili (1.628 euro all'anno).
L'aumento spettante ai lavoratori del comparto degli Enti locali si attesta a 1.534 euro lordi, compresa la tredicesima mensilità. Si ricorda, infine, che gli aumenti delle retribuzioni dei lavoratori del pubblico impiego devono rapportarsi all'incremento dell'aumento dei prezzi che, nello stesso periodo dal 2022 al 2024, ha fatto registrare un'impennata del 17,3 per cento totale. Qui il punto sul rinnovo del contratto della sanità.