Covid, un nuovo studio ha finalmente risolto un mistero, apparentemente inspiegabile, sulle dinamiche del contagio e gli effetti del virus. Il motivo per il quale molte persone, dall'inizio della pandemia non si sono mai ammalate e pur avendo fatto numerosi tamponi dopo essere stati in situazioni a rischio, non sono risultati mai positivi.
Una sorta di immunità individuale, che, a quanto pare alcuni soggetti hanno ed altri no in base a determinati fattori di protezione. Ecco quali sono stati i risultati di uno studio dell'Università di Cambridge.
Uno degli aspetti più controversi nell'evoluzione della pandemia da Covid è stato quello della discussione sul perchè e per come, avvenga effettivamente il contagio. E soprattutto sulle modalità di sviluppo del virus nell'organismo.
In particolare le domande più frequenti alle quali gli scienziati hanno tentato di dare una risposta è per quale motivo ci sono state persone che, negli anni, anche durante i picchi di infezioni, non si sono mai ammalate. Mentre altre invece hanno ripetutamente sviluppato i sintomi e sono risultate positive più volte, nonostante avevano già contratto il virus e fatto il vaccino.
Il segreto starebbe in una risposta immunitaria differente, che è stata spiegata da un team di ricercatori di diverse università, guidato dal dipartimento di medicina dell'University College di Londra e dal Cell Stem Institute di Cambridge.
Lo studio che ha portato ad evidenziare i fattori che proteggono dal contagio di Covid è stato elaborato nell'ambito di un esperimento chiamato Uk-Covid-19 Human Challenge, condotto su 36 pazienti sani, che hanno accettato di farsi intenzionalmente infettare dal virus con introduzione dell'agente patogeno nelle narici, al fine di verificare le ipotesi fatte in precedenza.
Il risultato è stato che sei pazienti hanno sviluppato sintomi lievi, sette di loro hanno avuto una infezione transitoria risultando a tratti negativi ai test, mentre sette persone sono rimaste sempre negative al tampone, pur essendo state esposte direttamente al Covid. A quanto pare, la risposta immunitaria scaturita dall'introduzione del virus è stata innata. Significa che il sistema immunitario ha neutralizzato il Coronavirus prima che questo potesse infettare le vie aeree.
Il fattore individuato è genetico. Questi soggetti infatti hanno un gene chiamato HLA-DQA2 che protegge anche in caso di esposizione prolungata al contagio. La reazione immediata infatti fa in modo che il virus non si stabilizzi. Neanche all'interno del naso dove sono più favorevoli le condizioni per una infezione.
In base alle ricerche quindi, alcune persone sono meno a rischio di contagiarsi con il Covid rispetto ad altre. Anche se non possono essere definite propriamente immuni, sono comunque resistenti al virus e ai suoi effetti. Il merito è principalmente delle caratteristiche genetiche innate, quindi non una condizione che si può raggiungere se non è presente già alla nascita.
Altri pazienti invece hanno dimostrato di avere minore presenza di recettori ai quali si legano le proteine del virus, chiamati Ace2. Per questo sono meno a rischio infezioni rispetto a chi presenta una maggiore quantità. Questo fenomeno è visibile soprattutto nei bambini, che hanno meno Ace2 nel naso e quindi sono stati meno colpiti dal Coronavirus.
A questo punto, dopo aver spiegato i fattori genetici che proteggono dal Covid è possibile anche stabilire perchè invece molte altri pazienti sono stati contagiati più volte dopo essere guariti, anche se vaccinati. Le motivazioni sono varie.
Una prima spiegazione è che alcuni geni, come quelli protettivi possono invece rendere le persone più vulnerabili. Tra i fattori principali c'è infatti soprattutto la risposta immunitaria cambia da persona a persona. Inoltre bisogna considerare la velocità di mutazione del virus Covid, che rende alcune varianti molto più aggressive di altre.
E questo è lo stesso motivo di base, per cui, anche chi è vaccinato, con tre o quattro dosi, resta comunque esposto al contagio e può a sua volta infettare altre persone. Resta però valida l'efficacia di base del vaccino che garantisce nella maggior parte dei casi una maggiore protezione contro lo sviluppo della malattia sintomatica e rischi connessi.