Concordato preventivo dei lavoratori forfettari, lo spostamento della scadenza della scelta se aderire o meno al 31 ottobre per l'anno 2024 potrebbe rendere più conveniente - e al limite anche appetibile - il ricorso allo strumento fiscale. Infatti per i forfettari, che rappresentano in numero circa la metà della platea chiamata all'adesione al nuovo sistema di imposte, i calcoli da fare sono abbastanza limitati e prevedibili per i due mesi (novembre e dicembre 2024) che mancano alla fine dell'anno e, dunque, fuori dalla proposta di concordato preventivo.
La maggior parte del periodo di riferimento del concordato preventivo si riferisce alla parte di reddito che è stata già realizzata, senza le ulteriori complicazioni in capo alle altre categorie dei contribuenti - come i soggetti Isa - alle prese anche con minusvalenze, plusvalenze e sopravvenienze passive e attive.
La proposta di adesione al concordato preventivo per i forfettari arriverà grazie al calcolo effettuato da un software. Il programma informatico valuterà elementi che, dati i dieci mesi di reddito del 2024 analizzati, metteranno il contribuente nelle condizioni di muoversi in quasi tutta certezza. La previsione del soggetto forfettario dovrà limitarsi solo agli ultimi due mesi dell'anno, ma in almeno una situazione la convenienza è certa già alla data del 31 ottobre 2024, ovvero alla scadenza della scelta.
Calcolo quasi a consuntivo per le partite Iva a regime forfettario che saranno chiamate a scegliere se aderire al concordato preventivo, la nuova modalità di determinazione delle imposte. La scelta dovrà essere effettuata entro il 31 ottobre 2024 e determinerà tre scenari per chi sia chiamato all'adesione. Gli scenari consentono di fare un confronto tra il livello di reddito proposto dal Fisco e quello maturato nei primi dieci mesi del 2024.
Peraltro, lo spostamento della scadenza dal 15 al 31 ottobre 2024 consente di rafforzare la convinzione che si possa scegliere - nel primo periodo di sperimentazione di questo sistema - avendo a disposizione anche tutto il mese di ottobre quale banco di prova del proprio reddito.
E, pertanto, i tre scenari che si possono presentare al forfettario che applica il regime di imposta sostitutiva alle prese con l'adesione al concordato preventivo 2024 riguardano:
Il primo scenario che si presenterà ai possessori di partita Iva forfettaria entro il 31 ottobre prossimo sarà quello di una proposta di reddito 2024 inferiore a quanto realizzato dal contribuente durante i primi dieci mesi dell'anno. Una situazione di questo tipo ha quale conseguenza un risparmio fiscale certo.
Inoltre, la quota di reddito che la partita Iva realizzerà nei mesi di novembre e dicembre sarà esente da imposizione fiscale e da contributi previdenziali, a patto che il contribuente non sia iscritto a qualche Cassa previdenziale privata.
Il secondo scenario è quello dei forfettari che abbiano maturato un reddito che non ha ancora raggiunto il livello di reddito proposto dal Fisco alla data del 31 ottobre 2024. I forfettari in questa situazione non hanno la certezza di raggiungere il livello di reddito proposto dal Fisco per il concordato preventivo 2024. In questo scenario, chi riceve la proposta deve fare una previsione del reddito che produrrà negli ultimi due mesi del 2024 e, in base a questa, decidere se aderire o meno.
La proposta andrà accettata, in linea di massima, solo nel caso di previsione di reddito prodotto talmente alta da superare il reddito proposto dal Fisco. Altrimenti, il risultato sarà la mancata adesione. In caso di non accettazione il forfettario procederà con il calcolo di quanto dovuto per imposte e contributi previdenziali del 2024 sulla base del calcolo ordinario.
Infine, l'ultima situazione è quella di una proposta di reddito troppo alta rispetto alle capacità reddituali da parte della partita Iva forfettaria. In questo caso, dunque, l'offerta del Fisco è da rifiutare.