Entra nel vivo la misura prevista dal decreto legge "Coesione" 2024 per la richiesta del bonus per avviare un'attività autonoma. A chi vorrà fruire degli incentivi, la scelta è tra i voucher o i contributi a fondo perduto. La prima indicazione che arriva dal decreto legge 60 del 2024 riguarda i potenziali fruitori che sceglieranno i contributi a fondo perduto: si dovrà mettere in conto di disporre di una quota dell'investimento, per l'attività autonoma o per l'avvio di uno studio professionale, da assicurare quindi di tasca propria.
Gli incentivi per avviare un'attività autonoma contengono due misure parallele. La prima misura è destinata alle richieste dei giovani fino a 35 anni di età residenti nelle regioni del Centro e del Nord Italia; la seconda misura riguarda le risorse provenienti dal governo per i giovani residenti nelle regioni del Mezzogiorno d'Italia. Per queste ultime si tratterebbe di una riproposizione della misura "Resto al Sud", ma con età dei richiedenti non superiore a 35 anni (fino a 55 anni per le domande di Resto al Sud nella prima versione).
Il decreto legge "Coesione" ha ottenuto il via libera al Senato della Repubblica nella scorsa settimana. Dalla giornata del 1° luglio 2024, il provvedimento è approdato alla Camera dei deputati.
Si attende il via libera definitivo per gli incentivi riservati ai giovani fino a 35 anni per avviare una nuova attività autonoma, in forma individuale o associata. I contributi - fino a 800 milioni di euro di risorse stanziate dal decreto "Coesione" - andranno alle due misure suddivise territorialmente tra i richiedenti del Centro-Nord Italia e quelli del Sud.
Chi presenterà domanda degli incentivi potrà optare tra un voucher, per comprare beni e servizi utili all’avvio di uno studio – a proposito del quale, si potrà disporre di un incentivo tra 30.000 e 40.000 euro per le regioni del Centro Nord e 10.000 euro in più per le richieste provenienti dai soggetti del Sud – e un contributo a fondo perduto per attività di progettazione e di tutoraggio.
Ad aiutare la scelta può tornare utile la forma di attività che si intenda iniziare. Infatti, per gli autonomi che vogliano avviare uno studio per un'attività da libero professionista, si può presentare richiesta dei voucher o dei contributi a fondo perduto sia che si abbia l'intenzione di iniziare uno studio singolarmente che associato.
In quest'ultimo caso, si può far leva sui vantaggi dell'aggregazione tra più professionisti: la sinergia delle competenze può comportare l'approvazione e la preferenza dei futuri utenti. Ma, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, è forte l'idea che l'avvio di uno studio professionale autonomo rappresenti la naturale evoluzione del libero professionista e la sua crescita, anche dal punto di vista reddituale.
Chi ha intenzione di aprire uno studio professionale probabilmente opterà per la richiesta dello strumento del voucher, utile per l'acquisto di quanto necessiti per l'avvio dello studio, soprattutto in termini di spese per la progettazione e il tutoraggio delle nuove iniziative.
A tal proposito, si consideri che i voucher potrebbero tornare utilissimi per chi sta frequentando un periodo di praticantato in uno studio professionale. La richiesta degli incentivi è giustificata dal fatto che un praticante non è considerato un vero e proprio lavoratore. Alla fine del periodo, l'apertura di uno studio proprio potrebbe risultare agevolata proprio dagli incentivi del decreto "Coesione".
Diverse sono le considerazioni che portano alla richiesta dei contributi tra gli incentivi per avviare una propria attività autonoma. La formula del fondo perduto sarà richiesta da chi ha un profilo già ben definito, da chi disponga di mezzi propri. In questo modo si implementano aiuti e investimenti già effettuati per avviare l'attività autonoma.