"Il settimo cerchio" è il libro di Emiliano Ereddia, Il Saggiatore. 520 pagine e un chiaro richiamo al VII cerchio dell'Inferno, de La Divina Commedia, e all'oggi: aggressivo, incerto, anarchico. Nella Divina Commedia, il custode dei tre gironi è il Minotauro, qui vengono ospitati i violenti contro il prossimo, contro se stessi e contro Dio. Una similitudine che ha a che fare con uno dei capolavori della letteratura del passato e col presente: da ieri ad oggi, il tema della violenza rimane attuale.
Dante Alighieri
"Se è vero che l’ambientazione è distopica, e postapocalittica, è vero anche che l’Italia devastata dai terremoti diventa un vero e proprio teatro di guerra, dominato da bande armate e gruppi criminali interessati, in cui vige sostanzialmente solo la legge del più forte. In questo scenario si muove bene, direi a suo agio, il protagonista, il soldato mercenario Sparta - ha spiegato l'autore a TAG24.IT - un novello contractor a pagamento come sono i soldati della Wagner."
Il libro racconta "l'Italia come il Paese in cui sono saltate le sovrastrutture, per via della catastrofe ambientale: i terremoti. In questo senso si affrontano diverse tematiche del presente, nazionale e internazionale: i cambiamenti climatici, le guerre tecnologiche di oggi - ha spiegato Emiliano Ereddia - in territori molto simili e vicini al nostro, il confronto politico che diventa scontro e che si è iperpolarizzato, con i gruppi d’appartenenza che nel romanzo sono ormai vere e proprie compagnie d’armi."
Cambiamento climatico
"Nel settimo cerchio, saltate le forze che governano lo Stato, diventano evidenti le lesioni e divisioni che, nella società italiana di adesso, ci sono già: etnie a confronto e in conflitto, gruppi d’interesse. Il pericolo di una deriva fascista in mancanza di un forte governo centrale, d’altronde la storia insegna. La speranza è il motore dell’azione umana, anche quando viene negata - ha fatto notare Ereddia - diventa un faro e si fa più luminosa là dove le civiltà sono rase al suolo. Scrivere di guerra e inventare la distopia serve proprio a questo: a far brillare più forte l’astro di un necessario migliore futuro."
"Il settimo cerchio è un romanzo sui rapporti umani, sul loro legame con la terra e la natura, sugli orrori della guerra e delle guerre moderne, sull’Italia come società multietnica, sulla speranza di rifondare un mondo migliore a partire dalle necessità fondamentali delle persone. È anche il kolossal che il cinema italiano non riesce a fare, non può permettersi di fare, e non sa mettere in scena - si è congedato lo scrittore e sceneggiatore - la letteratura da questo punto di vista è uno spazio imprescindibile per lo sviluppo dell’arte in questo Paese. Se si vuole vivere una storia straordinaria e coinvolgente bisogna riflettere sul mondo di oggi, e su quello che sarà domani, basta in fondo aprire un libro, magari proprio questo."