15 Sep, 2025 - 15:02

"Steam Reverie in Amber – Caffè, libri e nuvole": recensione

"Steam Reverie in Amber – Caffè, libri e nuvole": recensione

C'è un momento, appena sfogliate le pagine di Steam Reverie in Amber – Caffè, libri e nuvole edito da Toshokan, in cui il respiro si trattiene. Si ha l'impressione che il tempo, sospeso, abbia costituito il suo alveo fra meccanica, luce ambrata e ricordi umidi. Kuroimori costruisce non tanto una storia quanto un sogno-edificio, fatto di vetro, ingranaggi, lana d'ombra e libri antichi.

L'estetica dell'inquietudine è qui protagonista: la Tomeship, libreria volante che si libra fra le nubi come se il cielo potesse sorreggerla senza fatica, porta con sé il fardello delle anime spezzate. Shiori, la giovane accogliente che gestisce questo caffè‑biblioteca ambulante, è uno specchio dolente, la cui pietà discreta cela una ferita che lo sguardo non osa esplorare del tutto.

Emozione e atmosfera

In questo volume, curato con delicatezza da Silvia Casini e tradotto da Ludovica Morrone, la cura nel dettaglio visivo è un canto sospeso. Le illustrazioni non illustrano solo, suggeriscono: un filo di vapore su una tazza, un'ombra che si allunga, le sue dita che sfiorano la copertina di un libro consunto. C'è una malinconia che non si abbandona, ma che non pesa – si lascia portare dal respiro lieve del vento e dalle pagine sfogliate.

Le parole scelte mantengono lo spazio fra le righe, quel lieve tremore che lascia intravedere il cuore spezzato dei personaggi. Il lessico non si sbilancia: è pensato, soppesato, come se ogni parola fosse un sussurro al lettore.

Struttura narrativa

Non aspettatevi una trama manifestamente lineare. Steam Reverie in Amber procede a cerchi concentrici, a racconti autoconclusivi che si richiamano l'un l'altro per tema, per sentimento, per simbolo. Non c'è un "eroe" nel senso tradizionale; ogni protagonista è qualcuno che ha perso qualcosa: una speranza, un amore, una promessa, oppure un ricordo.

La steampunk come cornice: ingranaggi nascosti, macchinari che paiono viventi, sistemi che cigolano e trasportano sogni più che merci. Ma qui la macchina non è il nemico; è il custode di memorie, di attese, di rotture. La Tomeship è il teatro dell'interiorità.

Simbolismo, tarocchi, letture interiori

Una delle parti più riuscite è il dialogo che Steam Reverie in Amber istituisce con i tarocchi. Non come ornamento esotico, ma come metalinguaggio, come passaggio di porte interiori. Le carte diventano archetipi, specchi dell'invisibile, mappe per chi si aggira nella sua divisione interiore. E la tradizione iconografica giapponese, appena suggerita, aggiunge strati: non la mistica occidentale-esoterica che ci si attenderebbe, ma frammenti di mito, di guida, di memoria che resistono al diluvio del quotidiano.

Pregi

  • L'arte visiva è altissima, non nel senso di "strabiliante", ma di commovente precisione.
  • La traduzione e l'editing sono funzionali al tono: morbide, sorvegliate, mai invadenti.
  • Il volume invita il lettore a fermarsi, ad assaporare, a prender sé stesso fra le mani.

Conclusione

Steam Reverie in Amber non è un manga da divorare in pochi pomeriggi; è un volume da custodire, tornare a guardare, lasciar depositare nel petto. È per chi ama il dolore gentile e le immagini che parlano piano, per chi non ha fretta di capire, quanto bisogno di sentire.

Se fosse musica, sarebbe un adagio al tramonto; se fosse un profumo, una combinazione di pergamena antica, vaniglia e pioggia su metallo. Un invito al silenzio, ad accogliere quel crepitio interiore che raramente osiamo considerare bello.

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