Investimenti, Consob lancia l’allarme: i giovani ascoltano troppo gli influencer e pullulano troppo le piattaforme di trading abusive.
Implementare una strategia di investimento richiede competenza e preparazione professionale: è un grave errore affidarsi troppo ai social media. Come rilevato dalla Consob, un italiano su tre prende una decisione di investimento sui social media. La cifra sale se si considera i giovani di età compresa tra i 18 ed i 34 anni, che si fidano troppo delle informazioni presenti sui Social.
La maggior parte dei risparmiatori, compresi i giovani under 35 anni, hanno competenze e conoscenze finanziarie di base bassissime. Lo scorso anno sui vari portali sono stati pubblicati un milione di post al giorno a tema economia e finanza e tantissimi sono le piattaforme di trading abusive che sono state oscurate dalla Consob. Anche se ci sono stati miglioramenti sul grado di cultura finanziaria in Italia, rimane ancora piuttosto bassa.
Ancora una volta si fa un utilizzo del tutto errato e distorto dei Social Media: come rilevato dalla Consob un risparmiatore italiano su 3 prende le proprie decisioni di investimento sui Social. Se si prende in considerazione i giovani di età compresa tra i 18 ed i 34 anni, la cifra sale a quasi 60 punti percentuali. Si tratta di un vero e proprio record essendo questo dato più alto di 10 punti percentuali rispetto alla media globale (cfr. dati dell’associazione Cfa Institute).
Un aspetto allarmante e davvero preoccupante è il massiccio ricorso ai Social da parte di tutti coloro che hanno una cultura finanziaria bassissima. Sono i dati a confermarlo: tra gli oltre 2mila investitori intervistati dalla Consob, poco più del 50 percento dei risparmiatori che ha conoscenze finanziarie piuttosto lacunose ha dichiarato di raccogliere informazioni sui Social.
Gli investitori che hanno una cultura finanziaria più solida ricercano informazioni sulle fonti informative ufficiali e specializzate sull’economia e finanza. L’analisi della Consob fotografa uno scenario piuttosto allarmante: coloro che sono meno competenti e finanziariamente più deboli si affidano ai Social per raccogliere informazioni. In questo caso si ha una maggiore probabilità al rischio di assumere decisioni di investimento errate, oltre al pericolo di essere vittima di truffa finanziaria.
A dare consigli di investimento sui social media non sono gli esperti del settore finanziario. La maggior parte dei sedicenti influencer finanziari non hanno nemmeno un titolo di studio accademico e hanno una bassa cultura finanziaria. A confermarlo è la Commissione di vigilanza olandese, che ha analizzato un campione di 150 fi-influencer: la maggior parte di questi promuove prodotti rischiosi e commettono un gravissimo errore: puntare sulla leva finanziaria e non diversificare il portafoglio investimenti.
Ad allarmare ancora di più lo scenario sono i dati che ci fanno riflettere: lo scorso anno in Italia sono stati pubblicati sui vari portali un milione di post finanziari al giorno. In cinque anni la Consob ha oscurato oltre 1.100 piattaforme di trading abusive, molte delle quali sfruttavano massicciamente la presenza sui Social.
Il Commissario Consob Comporti ha lanciato l’allarme: c’è un dilagare del fenomeno degli influencer finanziari e ciò deve essere risolto grazie all’intervento dei regolatori. Informazioni non verificate possono produrre informazioni fuorvianti e oggetto di manipolazione per l’investitore retail. Il fenomeno dei fi-influencer deve essere risolto, anche se presenta rilevanti insidie.
Lo scenario fotografato dalla Consob è piuttosto preoccupante, ma ci sono aspetti positivi da valutare e da considerare. In generale il livello di cultura finanziaria nel Belpaese sta aumentando, anche se rimane basso rispetto ad altri paesi. In due anni le conoscenze sulla relazione rischio-rendimento sono migliorate di 5 punti percentuali, attestandosi a 94 punti percentuali. Il livello di conoscenza sull’inflazione è rimasto stabile a poco più di 80 punti percentuali.