07 Aug, 2024 - 11:22

Pace contributiva 2024: come funziona?

Pace contributiva 2024: come funziona?

Pace contributiva 2024: come funziona? Inps ha recepito la normativa riservata ai lavoratori che sono iscritti all’Ago o ai fondi speciali e non hanno versato contributi prima del 1996.

Il recepimento della misura richiama quanto introdotto precedentemente nel 2019-2021, ma questa volta non sarà possibile detrarre la spesa sostenuta sui costi da riscatto. Per provvedere al pagamento del costo è necessario ricorrere alla rateizzazione per un numero massimo di 120 rate al mese senza interessi, oltre al versamento di un’unica soluzione. La pace contributiva aiuta a coprire i buchi fino a cinque anni e si computa moltiplicando l’imponibile dell’ultimo anno per l’aliquota contributiva Ivs. Scopriamo in questa guida come funziona la pace contributiva ed entro quando inoltrare l’istanza.

Pace contributiva 2024: come funziona?

Via alla pace contributiva 2024: si tratta di una misura introdotta dalla manovra di Bilancio 2024 e destinata ai lavoratori che vogliono regolarizzare i periodi di contribuzione non regolarmente versati. In una circolare Inps ha recepito la norma introdotta per il biennio 2024-2025, venendo a chiarire i requisiti. La misura è destinata a tutti i lavoratori che non hanno versato i contributi prima del 1996 quando entrò in vigore la riforma Dini.

La pace contributiva ha la finalità di consentire ai lavoratori di aggiungere fino a 5 anni di contributi previdenziali per chi avesse buchi contributivi e per chi avesse già beneficiato della misura del biennio 2019-2021. Il tetto di riscatto dei 5 anni deve trovare collocamento successivamente alla fine del 1995 e prima dell’inizio del corrente anno.

Pace contributiva 2024: chi sono i beneficiari?

Per beneficiare della pace contributiva 2024 è necessaria l’iscrizione all’Ago o ai fondi speciali o l’iscrizione alla Gestione Separata Inps. Si decade dalla pace contributiva nel caso in cui il contribuente abbia periodi da riscattare che trovano già una copertura in altri fondi previdenziali. Non è possibile beneficiare della pace contributiva 2024 per i periodi precedenti alla prima occupazione. Nel caso di acquisizione dell’anzianità prima dell’anno 1996, il riscatto viene annullato con il successivo rimborso dei contributi versati.

Il riscatto dei contributi dà diritto al lavoratore di aggiunge cinque anni validi per calcolare l’assegno e per raggiungere i requisiti necessari per l’assegno pensionistico. La facoltà di riscatto non può essere esercitata per recuperare periodi di svolgimento di attività professionale in cui era in vigore l’obbligo di versamento contributivo. Il lavoratore può provvedere alla regolarizzazione contributiva e, nei casi di prescrizione, la costituzione di rendita vitalizia.

Pace contributiva 2024: domande fino alla fine del 2025

Come chiarito nella circolare INPS, per fare scattare la pace contributiva l’assicurato in possesso dei requisiti si ha la possibilità di inoltrare l’istanza entro la fine dell’anno 2025. L’istanza può essere inoltrata anche dai parenti entro il secondo grado e dai superstiti. Nel caso di lavoratori del comparto privato, l’istanza può essere inoltrata dal datore di lavoro.

Come viene computato il riscatto?

Per quantificare l’onere del riscatto, la Manovra di Bilancio 2024 sancisce che la spesa venga determinata in base al metodo di calcolo a percentuale, previsto per il contributivo, applicando le aliquote di finanziamento per l’invalidità, vecchiaia e superstiti (Ivs). L’aliquota viene applicata nella gestione assicurativa presso la quale si presenta l’istanza sull’imponibile dell’ultimo anno.

Rispetto alla precedente misura del biennio 2019-2021, la pace contributiva non conta sulla detrazione pari al 50 percento della spesa sostenuta. Per le istanze presentate fino alla fine del 2025 il contributo è fiscalmente deducibile dal reddito globale.

Pace contributiva 2024: come presentare l’istanza?

L’istanza è inoltrabile sul portale dell’Inps telematicamente attraverso Spid, CIE e CNS. In alternativa, è possibile contattare da telefono oppure rivolgersi a intermediari ed uffici di patronato. Nel caso di presentazione dell’istanza da parte del datore di lavoro, le istanze devono essere presentate utilizzando il form AP135 disponibile sul web.

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Jacqueline Facconti
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